Sostenibilità
Greenpeace: Sede UE costruita con legno illegale
Si tratta della ristrutturazione del palazzo di Berlaymont, a Bruxelles
di Redazione
Per i lavori di ristrutturazione della sede Ue, il palazzo di Berlaymont, a Bruxelles, è stato utilizzato legname non proveniente dallo sfruttamento sostenibile delle foreste, ma fornito da imprese note per il commercio di legno illegale.
La denuncia è di Greenpeace che già sei mesi fa aveva segnalato come il legname impiegato per quei lavori provenisse dalle ultime foreste primarie dell’Indonesia, ma dell’inchiesta che la Commissione si è impegnata ad aprire in seguito al rapporto dell’associazione ambientalista, ad oggi nessuna notizia.
Greenpeace ha documentato con numerose fotografie come, dopo la denuncia presentata, sia continuato ad arrivare a Berlaymont legno indonesiano utilizzato sia per il parquet che per le pareti, anche al tredicesimo piano che ospita gli uffici dei nuovi Commissari e del Presidente della Commissione. ”Mentre l’Unione europea dichiara di voler lottare contro l’importazione di legname illegale, il nuovo Presidente Barroso e i suoi colleghi cammineranno nei prossimi mesi su quello che era l’habitat degli ultimi oranghi e delle ultimi tigri di Sumatra” spiega Sergio Baffoni, di Greenpeace. Se la deforestazione avanzasse al ritmo attuale, la scomparsa di queste specie potrebbe avvenire nel giro di una generazione.
Quasi il 90% del taglio è considerato illegale in Indonesia. ”Malgrado le richieste del Parlamento europeo, la Commissione ancora non ha presentato una legge che blocchi il commercio illegale di legname e permetta di perseguire le imprese che infrangono le leggi dei Paesi produttori” ha osservato Baffoni.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.