Sostenibilità

Greenpeace in azione nel porto di Salerno

Attivisti di Greenpeace stanno bloccando da alcune ore nel porto di Salerno la nave Sassandra carica di legno tropicale proveniente dall'Africa.

di Redazione

FORESTE IN PERICOLO, BLOCCATO NEL PORTO DI SALERNO
Attivisti di Greenpeace stanno bloccando da alcune ore nel porto di Salerno la nave Sassandra carica di legno tropicale proveniente dall’Africa.
La stessa nave era stata già bloccata da Greenpeace sabato scorso a Valencia, in Spagna. Oltre 30 attivisti hanno impedito l’attracco e le operazioni di scarico del legname della Sassandra nel porto di Salerno. I gommoni dell’associazione si sono posizionati in modo da ostacolare l’arrivo della Sassandra, quindi alcuni attivisti hanno aperto uno striscione recante la scritta : NON DISTRUGGIAMO LE FORESTE PRIMARIE.
Il blocco effettuato da Greenpeace a Salerno è servito a protestare contro l’importazione in Europa di legno di provenienza illegale o distruttiva, dalle ultime foreste primarie del pianeta.

L’Italia è il principale importatore di legno dal Camerun, per un 19,9% del totale del legno esportato. Quasi tutte le operazioni forestali in Camerun sono condotte in forma distruttiva, e l’illegalità dilaga. Le attività illegali di alcune compagnie del legno vanno dallo sfruttamento incontrollato delle concessioni al mancato rispetto del piano di gestione, dalla scarsa demarcazione dei confini alla falsificazione dei documenti. Tra queste compagnie, la SEFAC (Société d?Exploitations Forestières et Agricoles du Cameroun) è controllata dall’italiana Vasto Legno. Il gruppo SEFAC si è reso responsabile di gravi violazioni della legislazione forestale: le operazioni di taglio si svolgono in foreste ad alto valore di conservazione e alcune delle concessioni si trovano in un’area particolarmente sensibile, ai confini dell’area protetta di Lobéké.

“La SEFAC è stata più volte sanzionata per taglio illegale, e le sue operazioni forestali distruttive minacciano le culture di diverse comunità locali, la cui vita dipende dall’integrità della foresta, e mettono a serio rischio le restanti popolazioni di specie minacciate, quali l’elefante di foresta, il gorilla e lo scimpanzé” afferma Sergio Baffoni di Greenpeace. “malgrado le denunce di Greenpeace, significativi quantitativi di legno SEFAC sono stati rilevati in Italia, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Finlandia e Spagna. Ogni impresa che acquista legno SEFAC deve sapere che sta contribuendo alla distruzione delle foreste primarie del Camerun”.

Greenpeace ritiene che la responsabilità per la distruzione causata da queste compagnie ricada anche su chi importa tale legno e sui governi che non impediscono tale commercio. Greenpeace chiede una chiara politica di acquisti pubblici, che escluda legno proveniente da foreste primarie, a meno che non sia FSC.

L’FSC è l’unico standard internazionale, indipendente e trasparente, che assicura lo sfruttamento ecocompatibile delle risorse forestali.

Le azioni degli ultimi giorni sono parte di una campagna internazionale: Greenpeace chiede che la Convenzione sulla Biodiversità, prevista per il prossimo aprile all’Aja assuma misure concrete per fermare la distruzione delle foreste primarie del Camerun e del pianeta:
_ Fermare la distruzione fermando ogni ulteriore attività industriale nelle foreste ancora intatte, fino a quando non sia stato concordato e messo in pratica un piano per la conservazione delle foreste e per una gestione sostenibile delle foreste
_ Risanare il mercato del legno assicurando che il legno venga prodotto e commerciato in forme legali ed ecologicamente responsabili
_ Trovare i fondi necessari fornendo almeno 15 miliardi di dollari annui per finanziare le misure di conservazione delle foreste e lo sviluppo di tecnologie compatibili

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