Sostenibilità

Greenpeace: green economy in sei mosse

Un documento dell'organizzazione per il vertice. "Ma questi tre giorni non cambieranno la rotta"

di Redazione

Rio +20.  Greenpeace riassume in sei punti le sue attese per il vertice (scarica il documento a lato). L’organizzazione è già presente sul posto con un team di esperti., guidato dal direttore Esecutivo International Kumi Naidoo.

Durante i lavori, le priorità di Greenpeace si focalizzeranno sulla protezione delle acque internazionali che comprendono il 64 per cento degli oceani del Pianeta. L’organizzazione ambientalista partecipa anche al Summit dei Popoli e raddoppierà gli sforzi per raccogliere le firme degli elettori brasiliani sul progetto di legge “Deforestazione zero”.

Sono trecentomila i brasiliani che hanno già aderito all’iniziativa popolare promossa da Greenpeace per chiedere una legge “Deforestazione Zero” che dia protezione completa all’Amazzonia. L’organizzazione si rivolge all’ospite del Summit, la Presidente Dilma Rousseff, affinché sostenga questa proposta a tutela del più grande polmone verde del Pianeta.

Nell’attesa che Rio +20 produca risultati efficaci per i cittadini e per l’ambiente, Greenpeace ha elaborato un documento dal titolo “Una Green Economy equa e giusta” che sintetizza in sei punti la strada che i governi dovrebbero seguire per garantire al Pianeta un futuro sostenibile: http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/rio-20-per-una-green-economy-equa-e-giusta/

In vista della conferenza, il direttore Esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo, afferma:

Grazie al cielo, il nostro futuro non verrà deciso in un Summit di tre giorni a Rio. Sappiamo già che i governi non hanno alcuna ambizione di raccogliere le sfide delle crisi economiche, ecologiche e sociali che devastano il Pianeta e i suoi abitanti. Non c’è alcun segnale di una visione in grado di produrre un cambiamento, una visione che sappia trasformare le crisi in opportunità per creare una prosperità durevole basata su uno sviluppo sostenibile”.

“Il Vertice di Rio non ci darà il Futuro che vogliamo, ma solo un cupo e fastidioso richiamo al presente che viviamo. Un mondo in cui la salute pubblica, i diritti umani e lo sviluppo sostenibile sono subordinati al profitto dei privati, a interessi nazionali e al ‘business as usual'”.

Un reale cambiamento ci sarà solo quando le persone lo chiederanno con forza: quando i cittadini avranno preso nota dell’incapacità dei loro leader di garantire il futuro che vogliamo per i nostri figli. Greenpeace parteciperà al Vertice di Rio per esaminare da vicino quello che i governi faranno e per mostrare a tutti il loro sgradevole comportamento. Stiamo per toccare un livello di frustrazione senza precedenti, in cui tanti movimenti dovranno aggregarsi e sfidare gli attuali paradigmi economici, ecologici e sociali, all’unisono”.

“A Rio, i governi possono ancora prendere delle decisioni positive. Possono impegnarsi per porre fine allo sfruttamento da Far West degli oceani, delle loro acque internazionali, e lanciare un Accordo sulla Biodiversità dell’Alto Mare. Possono decidere di fare del Programma Ambientale delle Nazioni Unite una vera Agenzia dell’ONU. E possono concordare di porre fine alla farsa dei sussidi, spesso nascosti, che sono garantiti alle industrie dei combustibili fossili, come petrolio e carbone”.

Per maggiori informazioni: www.greenpeace.org/earthsummit

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