Sostenibilità

Greenpeace: effetto serra, addio nevi Killimangiaro

Domitilla Senni, direttore esecutivo dell'organizzazione ambientalista, denuncia che il grande monte africano potrebbe perdere i suoi ghiacciai entro il 2015

di Giampaolo Cerri

Il Kilimangiaro, uno dei pochi posti del pianeta dove troviamo neve e ghiacciai all’Equatore, potrebbe perdere le sue nevi perenni entro il 2015, a causa del cambiamento climatico. E’ simbolico che proprio l’Africa (dove si svolge, a Marrakech, in questi giorni il summit sul clima) sarà tra le prime aree colpite dall’effetto serra. “Ricordiamo ai ministri dell’ambiente che stanno discutendo dell’applicazione del Protocollo di Kyoto, poco più di un’aspirina per la Terra, quali drammatici cambiamenti sono in atto- ha detto Domitilla Senni, direttore di Greenpeace Italia – Non si tratta solo dei ghiacciai. Il Marocco soffre di una grave siccità da 3 anni sui due terzi del proprio territorio: non nevica quasi più sulle montagne dell’Atlante e corsi d’acqua e falde acquifere portano sempre meno acqua”. L’Australia, il Canada, il Giappone e la Russia fanno di tutto per indebolire il Protocollo di Kyoto per proteggere interessi industriali. Se non combattiamo il cambiamento climatico, desertificazione, riduzione della produzione agricola e terribili malattie interesseranno i paesi in via di sviluppo. A febbraio 2001, Lonnie Thompson, geologo dell’Università dell’ Ohio ha evidenziato, in una ricerca, come siano scomparsi un terzo dei ghiacciai e nevai del Kilimangiaro (Tanzania) negli ultimi 12 anni. Più dell’ 80% dei ghiacciai si sono sciolti rispetto alla prima cartografia realizzata nel 1912. Thompson si basa su 20 anni di ricerche del “Ohio State Byrd Polar Research Center”. L’estate scorsa il rapporto dell’IPCC (Gruppo di oltre 2500 scienziati creato dalle Nazioni Unite), nel suo terzo rapporto sul clima ha sottolineato che la tempeartura media registrabile sulla superficie terrestre potrebbe aumentare anche di 6°C nel corso del prossimo secolo. Gli ecosistemi, tuttavia, non potranno sopportare più di 2 gradi di aumento.


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