Sostenibilità

Greenpeace e i verdi contro la soia-mostro

La pianta ogm della Monsanto presenta pezzi di dna "irriconoscibile"

di Redazione

Una soia ogm ?irriconoscibile?. In pratica, un mostro anche per gli scienziati del biotech. Ecco in che cosa si sarebbe trasformata la soia ?Roundup Ready? di Monsanto, geneticamente modificata per resistere alla somministrazione del glifosato, il diserbante prodotto dalla stessa Monsanto, che è stata attentamente studiata dal Centro di ricerca agricola di Malle, in Belgio. Gli scienziati hanno infatti rilevato in essa la presenza di frammento sconosciuto nel genoma, non appartenente né alla pianta stessa, né ai geni modificati introdotti.
Monsanto ha dichiarato che la soia attualmente distribuita è del tutto identica a quella commercializzata fin dal 1996. Secondo l?azienda, queste sequenze non sarebbero affatto nuove, ma da sempre state presenti nel patrimonio genetico della soia Roundup Ready, anche quando furono condotti i test originali per valutarne l?impatto ambientale e la sicurezza per l?alimentazione animale e umana. Il responsabile del team di ricerca ha dichiarato anche che «allo stato attuale non ci sono elementi per affermare che questo frammento sconosciuto ponga problemi». Non così la pensano i genetisti, i quali ritengono che questa scoperta sia la prova delle incertezze scientifiche relative al trasferimento dei geni.
Le organizzazioni ambientaliste si mobilitano. I Verdi Ambiente e Società hanno protestato presso la Commissione Ue che fissa l?obbligo di etichettare la presenza di ogm al di sopra di una soglia ritenuta accidentale, in quanto a tutt?oggi nessun metodo di analisi scientifica è in grado di stabilire con precisione in che quantità gli ogm siano contenuti in un alimento o in una partita di sementi. Greenpeace chiede invece la sospensione da parte delle autorità competenti dell?approvazione degli ogm e la rivalutazione del loro impatto ambientale ed effetto sulla salute.
Prodotta negli Stati Uniti, Argentina e Canada, la soia Roundup Ready copre più del 50 per cento del mercato mondiale. Monsanto è la seconda casa produttrice di semi (dopo Pioneer) e di fitosemi dopo Syngenta ed è il numero uno degli erbicidi grazie al Roundup, con un giro d?affari che nel 2000 è stato di 2,6 miliardi di dollari. Il mercato alimentare in Asia – secondo l?istituto indiano Tata – subirà nei prossimi 25 anni un aumento della domanda del 40 per cento dai livelli attuali. Con quali rischi, non è ancora chiaro.
Info: www.greenpeace.org

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