Welfare

Greenpeace denuncia: 25000 lavoratori schiavi in Amazzonia

Presentato il rapporto sui legami tra deforestazione illegale e violazioni dei diritti umani

di Ida Cappiello

Greenpeace ha presentato a Roma il nuovo rapporto sulla deforestazione illegale in Amazzonia, “Stato di Conflitto”. Al centro dell’indagine, i legami tra mercato illegale del legno e violazioni dei diritti umani in Amazzonia.
Il rapporto è il risultato di un’indagine sul settore del legname nello stato del Parà, il principale produttore ed esportatore di prodotti in legno dell’Amazzonia brasiliana- denuncia Sergio Baffoni, responsabile campagna foreste di Greenpeace -anche l’Italia, nel 2002 ha acquistato legname dall’Amazzonia per circa 10 milioni di dollari, quasi un terzo dei prodotti venivano proprio dal Parà”.
Sulla base dei dati dell’agenzia ambientale del governo brasiliano IBAMA e sulle stime di taglio, Greenpeace stima che appena un 6.3 % della produzione di legno del Pará proviene da operazioni autorizzate. Tutto il resto viene da operazioni di taglio illegali, che hanno conseguenze devastanti sull’ambiente e sulle condizioni di vita delle popolazioni. Foreste pubbliche grandi quanto il Belgio vengono privatizzate sulla base di atti falsi, tanto che che nei registri catastali del Pará è registrata come privata un’area più vasta della superficie dello Stato.
Sarebbero 25.000 i lavoratori rurali in condizione di schiavitù o di semi-schiavitù, sparsi in 167 fazendas nel sud-est dello stato del Parà.

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