Non profit
Greenpeace condannata per contraffazione logo Esso
Appello per la libertà d'espressione
di Redazione
Un tribunale francese ha dato parzialmente ragione alla multinazionale del petrolio, Esso, che aveva citato Greenpeace con l’accusa di aver usato illecitamente il suo marchio e di averlo modificato sostituendo alle due S il segno del dollaro.
La sentenza condanna Greenpeace a eliminare il logo “E$$O” dal sito
www.greenpeace. L’associazione ha quattro giorni per conformarsi alla sentenza, altrimenti
dovra’ pagare una multa di 5000 euro al giorno.
Il logo incriminato e’ presente da piu’ di un anno sul sito inglese della
campagna “Stop Esso” e da qualche mese sul portale internazionale
stopesso.org, senza che questo abbia portato ad alcuna azione legale da parte della Esso.
Il giudice non ha riconosciuto le altre richieste della Esso: una multa di
80.000 euro al giorno per danni alla reputazione (secondo la multinazionale, l’aver riprodotto il logo sostituendo il segno del dollaro al posto della “S” assocerebbe la multinazionale alle forze naziste SS), il ritiro di tutti i loghi, incluso il termine “Stop Esso”.
Secondo la Esso, i loghi creati da Greenpeace starebbero creando un rifiuto da parte del pubblico del logo della multinazionale.
“Non e’ una questione di logo, e’ il comportamento della Esso nei confronti dell’effetto serra che danneggia la sua reputazione- spiega Domitilla Senni e’ inutile mostrare i muscoli e pagare gli avvocati per censurare chi critica questo comportamento irresponsabile nei confronti del pianeta. La Esso non vuole affrontare un dibattito sul cambiamento climatico e ci porta in tribunale. Continua ad usare il denaro, come ha gia’ fatto per fare lobby su Bush anche per bloccare le voci dissenzienti con la sua politica” .
Anche in Italia, Greenpeace ha presentato il rapporto “Un decennio di sporchi trucchi” ( cliccaqui ) per dimostrare come il presidente americano sia stato fortemente sponsorizzato dall’industria petrolifera.
Greenpeace Francia andra’ in appello contro la decisione del tribunale,
perch? questa sentenza costituisce un pericoloso precedente per tutte le
associazioni che denunciano le pratiche delle grandi multinazionali che
inquinano o non rispettano i diritti umani.
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