Sostenibilità

Greenpeace boccia Apple

Mentre l'Onu ragiona sull'e-waste, cioè sullo smaltimento di apparecchiature informatiche obsolete, Greenpeace accusa la società di Cupertino di non fare nulla

di Giulio Leben

La pressione esercitata sulle multinazionali dell’hardware inizia ad avere effetto. Lo scorso agosto, è stata infatti pubblicata la prima lavagna dei buoni e i cattivi (l’Eco guida ai prodotti elettronici, in inglese) dell’associazione ambientalista.

Oggi, con l’edizione dicembrina dalla guida, pubblicata in occasione del Natale, la situazione è pressocché immutata.

Il bollino verde del più virtuoso spetta ancora a Nokia. I finnici meritano la lode per la loro linea di condotta sui prodotti chimici e la cura per lo smaltimento dei propri prodotti usati. Rimane ancora del lavoro da fare per quanto riguarda l’eliminazione graduale del PVC nei prodotti.

“Siamo di fronte a una svolta globale verso computer più verdi, con Acer e Lenovo impegnati a eliminare l’uso di prodotti chimici pericolosi dalla loro gamma,” sostiene Iza Kruszewska, attivista Greenpeace, sottolineando che le due aziende sono salite, dagli ultimi posti, a metà classifica.

Nonostante i progressi fatti da alcuni fabbricanti (marcati a uomo da Greenpeace) rimane una macchia inquietante nel rapporto: Apple continua a rimanere indietro in quanto a produzione “verde”.

“Abbiamo assegnato alla mela l’ultima posizione”, dice la Kruszewska, “perché non ha fatto assolutamente alcun miglioramento nelle linee di condotta o nelle pratiche produttive, a differenza di tutti i concorrenti. Apple è il leader mondiale per innovazione e design, ma qui non riesce a tenere il passo dei colleghi”.

A Cupertino sicuramente non saranno contenti: commentando la classifica di agosto, che già li vedeva arrancare, la società dichiarò: “Apple ha un curriculum ambientale invidiabile: siamo stati pionieri nel bandire sostanze tossiche come mercurio, cadmio e cromo esavalente, come pure molti BFR (i ritardanti di fiamma al bromo). Siamo stati i primi a eliminare completamente dalla nostra linea di produzione i monitor catodici, che contengono piombo”.

Secondo l’ONU, in occasione di un incontro sull’argomento organizzato la settimana scorsa a Nairobi, ogni anno in tutto il mondo si generano 50 milioni di tonnellate di rifiuti informatici. “Solo nel porto nigeriano di Lagos, ogni mese arrivano 100.000 computer,” sostiene Achim Steiner, sottosegretario generale e direttore del Programma Ambiente dell’ONU, “gran parte di questi sono del tutto inutilizzabili. In altre parole, stiamo utilizzando l’Africa come discarica”.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.