Formazione

Greenpeace: Benzina all’incendio Anti-Bush

Parla John Passacantando, direttore esecutivo di Greenpeace USA

di Redazione

Un bravo ai ragazzi che si occupano di pubbliche relazioni in azienda e che hanno trasformato la tristezza dei mass-media estivi in un’occasione per spargere bugie in merito alle minacce ambientali. Giusto per fare un esempio, la rivista Time ha fatto un lavoro meraviglioso per raccogliere un sacco di soldi dalla pubblicità d?intere pagine di alcune tra le aziende che più inquinano il pianeta. Mentre molti di noi godono in spiaggia di beati giorni di vacanza, siamo bombardati con messaggi da tecnologia e altre grandi società, che sostengono non solo che hanno i mezzi per debellare ogni rischio di soprariscaldamento del pianeta e risolvere altri problemi globali, ma anche che i suddetti problemi sarebbero già stati risolti da tempo se non fosse per gli ecologisti ?estremisti?. Le prove a sostegno della loro tesi possono essere trovate grazie agli ecologisti che stanno raccogliendo soldi da queste stesse aziende che dicono, che rabbia proprio a noi, che noi siamo stati troppo ?estremisti?, o grazie ai burocrati dell?amministrazione Clinton, che sono felici di confermare ? proprio così – che gli ecologisti sono stati troppo estremisti; ma perché pensare che siamo stati un fallimento su tutta la linea? Persino il New York Times ha fatto una insolitamente gran apertura, la scorsa settimana, con Bjorn Lomborg, il danese che sta provando a mantenersi distorcendo i fatti e le statistiche e che sta lanciando il suo ultimo libro in cui sostiene che il nostro pianeta è più in salute che mai. Ma il suo è un romanzo in poltiglia, con più errori di un pomeriggio della Lega di baseball giovanile (e confutato in toto dagli scienziati rispettabili, loro sì, sul sito www.gristmagazine.com). Ho combattuto contro il riscaldamento planetario per circa un decennio. Con record piuttosto macabro, a dire il vero. Ma cittadini il mondo lo sa benissimo che abbiamo un problema enorme – causato dal bruciare dei combustibili fossili, con soluzioni che sono bloccate dalle più grandi società negli Stati Uniti. Queste società ? che comprendono ExxonMobil, General Motors, le società che operano nel settore del carbone, aziende energetiche come la Southern Company e molti altre ? sono andate avanti con la strategia del “fargli mangiare la torta” nei confronti di chiunque si preoccupasse di bloccare il global warming. Ed ecco la mia previsione. L?america delle corporation ha vinto questa e ogni battaglia precedente sul riscaldamento del pianeta. Ma poiché il riscaldamento globale intrappola troppo calore del sole (energia) nella parte più bassa dell?atmosfera, sopraccaricando il nostro sistema climatico ? da cui le tempeste, le siccità e gli estremi assortiti di quello che un tempo era un sistema climatico più calmo – il metodo alla Maria Antonietta sta intrappolando anche una forte pressione politica dentro un calderone che difficilmente potrà contenerla. Gli antiglobalizzazione non stanno sparendo, piuttosto si stanno raggruppando. Gli ecologisti moderati tradizionali sono furiosi in merito alla condizione del pianeta, come mai li avevo visti prima. E George W. Bush ci ha messo del suo in ogni cosa che noi riteniamo sbagliata. Corruzione politica. Influenza corrotta da parte della grande industria. Un orecchio sordo alla scienza. Sordo ai desideri della gente. A Mr Bush l’unica cosa verde di cui importa è il dollaro. Fidatevi di me su questo, il centro non può tenere. Non potete trattare così la natura senza vi si ritorca contro né potete trattare così un popolo democratico senza che esso vi si ritorca contro. La rabbia che sto trovando nei contronti di Bush non ha pari nei tempi moderni. Dovete andare di nuovo ai giorni bui di Richard Nixon per ritrovare una tale furia diffusa nei confronti di un presidente degli Stati Uniti. Ma confrontato col nostro attuale presidente, Nixon era un politico più astuto e più agile, che ha dato alla gente ciò che desiderava: la fine della guerra del Vietnam, una volta che non aveva più alternative politiche. E buone leggi ambientali, una volta che aveva colto il desiderio dalla gente. Bush invece è in prima linea per far fare affari alle più inquinanti e corrotte società d?America, lancia in resta. Penso che non sia lontano il giorno in cui il cerchio dei portaborse che girano intorno a Mr Bush invidierà i problemi che ebbe Nixon allo scoppio del Watergate. Quindi mi tolgo il cappello di fronte al successo di Mr Bush sinora. Bush ha battuto tutti noi che ci preoccupiamo per l’ambiente. Ma sono anche pronto a festeggiare il suo durissimo futuro e la vittoria finale degli ecologisti. Perché Bush è una guida senza alcuna base, senza seguito, che si regge soltanto sugli sporchi contributi elettorali delle aziende più retrograde d’America.


Traduzione di Lisa Lovagnini

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Articolo originale: Fuel For the Anti-Bush Fire


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