Sostenibilità
Greenpeace: “Ai candidati europei l’ambiente non interessa!”
E' questo l'esito di un questionario inviato a tutti i candidati alle elezioni europee
di Redazione
Greenpeace rende noto oggi l’esito del questionario inviato a tutti i candidati alle elezioni europee (13 domande che chiedono impegni concreti per l’ambiente su quattro fronti: chimica, biodiversità, clima e ogm).
A rispondere al questionario candidati di entrambi gli schieramenti e di ogni gruppo politico, che in alcuni casi hanno anche allegato il proprio programma in materia ambientale.
“Fra coloro che non hanno risposto al questionario c’è anche il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli. D’altronde, se vuol esportare in Europa la politica ambientale sviluppata nel nostro Paese, non possiamo dormire sonni tranquilli. L’ambiente come mera opportunità da cogliere nella visione “antropocentrica” da sempre sostenuta da Matteoli ci preoccupa” afferma Domitilla Senni, direttore di Greenpeace Italia.
Al questionario di Greenpeace ha risposto una non confortante percentuale di candidati, a conferma dello scarso interesse per l¹ambiente dei nostri politici. Non ha risposto, per esempio, nessun candidato di Alleanza Nazionale, mentre ha risposto l’1% della Lega Nord e il 2% di Forza Italia, il 4% dei Comunisti Italiani e il 6% di Rifondazione Comunista, il 7% di Libertà di Azione, il 9% della lista Uniti per l’Ulivo, il 10% dell’Udeur, il 18% della lista Di Pietro-Occhetto e il 24% dei Verdi. A ciascun candidato è stato chiesto di rispondere con un sì o un no a quesiti precisi, proposti sulla base di specifiche questioni ambientali all¹ordine del giorno in Europa: una pagella ambientale ai deputati uscenti era già stata assegnata da Greenpeace e altre associazioni (pubblicata su www.eu-votewatch.org) prendendo in considerazione le espressioni di voto degli europarlamentari uscenti su 10 decisioni in tema ambientale ritenute cruciali, con risultati tutto sommato confermati dall’esito del questionario.
Greenpeace ribadisce le sue richieste ai candidati alle Elezioni europee, a partire dalla riforma della politica chimica in Europa, nota come Reach, affinché sia adottata mantenendone uno dei principi chiave, quello della sostituzione dei composti pericolosi con alternative più sicure. Greenpeace chiede all’Unione europea e ai singoli paesi: di dotarsi di una legislazione vincolante in grado di fermare l¹importazione di legno di provenienza illegale; per proteggere la biodiversità marina e ripopolare specie fortemente compromesse, di creare a mare delle riserve naturali dove si possa escludere qualsiasi attività distruttiva esattamente come si fa nei parchi naturali terrestri, sulla base anche degli impegni internazionali che scaturiscono dalla Convenzione sulla Biodiversità o dalle convenzioni regionali europee come Ospar ed Helcom. Sul fronte del cambiamento climatico, Greenpeace ritiene che debbano essere promosse e sostenute fermamente le potenzialità delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico nonché delineate a livello europeo scadenze ben definite per la lotta ai cambiamenti climatici. Un impegno ai candidati è richiesto anche per quanto riguarda gli Ogm: nonostante i consumatori europei li abbiano respinti con convinzione, in Europa si continuano a importare prodotti geneticamente modificati destinati sia all’alimentazione umana che ai mangimi animali.
I candidati europarlamentari che volessero far pervenire le loro risposte al questionario possono ancora farlo su www.greenpeace.it/new/elezioni_europee/questionario.html; fino a venerdì il sito dell’associazione sarà aggiornato con le risposte pervenute.
Leggi come hanno risposto i candidati al Parlamento europeo al questionario: www.greenpeace.it/new/elezioni_europee
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