Sostenibilità

Green investing, calamita per gli investitori stranieri

Antipazioni della ricerca che il gruppo Terni presenterà domani alla Borza di Milano: per gli opinion leader dopo il turismo è l’industria verde il settore chiave per il rilancio dell’Italia

di Redazione

Quello tra gli italiani e la green economy è un colpo di fulmine. Un amore che non riguarda più soltanto il campione rappresentativo della popolazione italiana, selezionato per la prima edizione del sondaggio commissionato da VedoGreen all’Istituto Ispo di Renato Mannheimer. Ma che oggi ha contagiato anche opinion leader e investitori.
La seconda survey sul tema del rapporto tra imprese verdi e opinione pubblica, viene presentata in anteprima domani, in Borsa Italiana, nell’evento organizzato dal gruppo T.E.R.N.I. research su “Industria verde e orizzonti globali – Internazionalizzazione, nuovi modelli finanziari, scenari produttivi, innovazione tecnologica e startup per rilanciare la crescita”.

UN SETTORE CHIAVE PER IL RILANCIO ITALIANO
I numeri che emergono dal campione sono impressionanti: l’86% degli investitori internazionali interpellati considera il green investing un criterio di investimento valido per i diversi settori della Green Economy. Per gli opinion leader, invece, dopo il turismo è l’industria verde il settore chiave per il rilancio dell’Italia.
“La green economy – commenta il presidente dell’Ispo, Renato Mannheimer – è una rivoluzione silenziosa, che sta producendo un cambiamento culturale in cui responsabilità e prosperità sono aspetti chiave non più disgiungibili. Oggi apprendiamo qualcosa di nuovo sulla green reputation: gli italiani apprezzano il settore con percentuali che in altri momenti si sarebbero dette bulgare”.

CLEANTECH STARTUP: L’ALTRA FACCIA DELL’INNOVAZIONE
L’evento di Piazza Affari, oltre a rappresentare un aggiornamento sulle prospettive dell’industria delle rinnovabili e dell’economia circolare e a consentire di fare il punto sui nuovi strumenti finanziari ad alto tasso di sostenibilità, è anche il teatro dell’annuncio di un salto di qualità di Italeaf. L’acceleratore per startup cleantech del gruppo  T.E.R.N.I. Research diventa infatti una investment company e cerca di invertire la tendenza di un Paese che ha reagito alla crisi aumentando i settori dove ci sono le minori potenzialità di crescita, trascurando invece quelli dove ci sono le maggiori chance di innovazione scientifica, culturale e tecnologica.
Italeaf intende selezionare società, imprese e startup con elevate potenzialità di sviluppo nelle quali investire partecipando al capitale, nell’ottica di sviluppo industriale propria del gruppo. L’obiettivo di questa operazione è quello di accelerare il processo di creazione di valore, riducendo le pressioni finenziarie e al contempo attrarre e motivare altre fonti di finanziamento e di sostegno allo sviluppo del business della società target.

INVESTIMENTI NEL LIGHTINING, SMART BUILDING E NEI DRONI CIVILI
Italeaf ha già investito in Greenled Industry, una startup incubata che oggi è entrata sul mercato dei led di potenza per l’efficientamento energetico industriale. Ma la società guarda a idee e società innovative, che puntino sulla contaminazione tra tecnologie di frontiera, comprese quelle digitali, e le peculiarità del made in Italy industriale, ancora fortemente basato su un tessuto di piccole e medie imprese manifatturiere.
Nel network di Italeaf sono entrate società di elettronica e domotica, makers attivi nella prototipazione rapida e nella  stampa tridimensionale, aziende che guardano al mercato delle smart city. Termoweb col suo termostato cloud intelligente e Siralab Robotics, che produce il primo drone italiano per usi di protezione civile, sicurezza del territorio e agricoltura di qualità, costituiscono un bacino di innovazione che diventa allettante anche per il mondo della finanza etica e dell’industria cleantech.
 

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