Cultura

Graziella Campagna, una Graphic Novel mantiene viva la sua memoria

È grazie al bando Siae “Per chi crea" con il sostegno del MIBACT, che la storia di Graziella Campagna, uccisa dalla mafia il 12 dicembre 1985, è diventata una Graphic Novel. A realizzarla sono stati gli studenti del Liceo Artistico Statale “Basile” di Messina grazie a un percorso culturale e formativo veicolato attraverso il linguaggio del fumetto e, in particolare, del "Graphic Journalism"

di Gilda Sciortino

Aveva 17 anni Graziella Campagna quando viene uccisa a Villafranca Tirrena, comune del messinese a pochi chilometri di distanza da Saponara, dove nasce il 3 luglio 1968. Una famiglia numerosa – sette tra fratelli e sorelle – motivo per cui Graziella decide di non proseguire gli studi e andare a lavorare come stiratrice nella lavanderia “La Regina” di Villafranca Tirrena, dove un giorno l'ingegnere Tony Cannata le porta una camicia dimenticando nella tasca un’agendina contenente una raccolta di nomi e contatti telefonici compromettenti. E si perché l'ingegnere Cannata altro non era che un boss latitante, tale Gerlando Alberti jr., nipote di Geraldo Alberti sr., detto “U paccarè”, boss della mafia siciliana.

Così, il 12 dicembre 1985, dopo aver finito di lavorare, invece di prendere l'autobus che doveva, come ogni sera, riportarla a casa, Graziella scompare nel nulla. Scartata quasi subito l’ipotesi della classica “fuitina” con un ragazzo, si capì che era successo qualcosa.

Il corpo fu ritrovato due giorni dopo in mezzo a un prato di Forte Campone, una collina tra Messina e Villafranca Tirrena, trucidato da cinque colpi di lupara, sparati a distanza ravvicinata. A riconoscerlo sarà il fratello, Pietro Campagna, all'epoca Carabiniere. Aveva solo 17 anni. La sua unica colpa fu quella di essere stata testimone involontaria della scoperta di una falsa identità di un latitante.

Una morte incomprensibile, ingiusta come tutte le morti di vittime innocenti delle mafie, colpite per impedire loro di parlare o agire, oppure spesso per caso, sol perchè si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Una storia che il fratello Paolo racconta ogni volta con grande emozione, nonostante siano passati tanti anni da quel tragico giorno.

«Graziella è diventata un simbolo. Non c’entrava niente con la mafia – dice – ma è stata colpita dalla mafia che prende di mira ovunque e chiunque, senza paura di nessuno. La mafia è una piaga sociale e va combattuta con l’istruzione. I ragazzi devono conoscere la verità, aiutati dallo Stato a capire e sapere perché la storia è il nostro passato e ci insegna tante cose. Paolo Borsellino e Giovanni Falcone hanno dato la loro vita allo Stato, al popolo, pur sapendo che stavano andando incontro alla morte. Ecco perché dico che il 41bis va mantenuto, in quanto deterrente per chi pensa di potere rimanere impunito". .

Un alto valore sociale costituisce, quindi, “Graziella Campagna. Una vita spezzata”, la Graphic Novel realizzata dagli studenti del Liceo Artistico Statale “Basile” di Messina, vincitori del bando Siae “Per chi crea 2018: Formazione e Promozione culturale nelle Scuole – settore Libro e Lettura”, con il sostegno del MIBACT

La legalità, la mafia i temi all'interno dei quali i ragazzi hanno lavorato, decidendo di raccontare la storia di Graziella Campagna, una ragazza della loro età, ma soprattutto della loro stessa terra.

Un obiettivo raggiunto dopo un percorso che ha visto gli studenti lavorare insieme ad alcuni professionisti e docenti noti in questo campo, come Cinzia Ghigliano, Lelio Bonaccorso, Dario Tomasello, Simonluca Spadanuda, Mario Benenati e Michela De Domenico.

«Un lavoro durato più di due anni perché siamo stati rallentati dal lockdown – spiega la professoressa Michela De Domenico, ideatrice e coordinatrice del progetto – che ha coinvolto emotivamente tutti i ragazzi, sia perché quando Graziella muore ha la loro stessa età sia perché la sua vicenda si svolge a pochi passi da qui. Una storia nella quale si sono subito immedesimati, preoccupandosi del fatto che altri loro coetanei non la conoscessero».

Quattro i moduli di formazione che hanno coinvolto anche gli studenti delle scuole medie, acquisendo il linguaggio del fumetto.

«Tutti gli espeetti sono stati meravigliosi., ma un grande ricordo lo abbiamo di Lelio Bonaccorso, oggi uno dei maggiori esponenti del genere. La sua presenza è stata fondamentale perché ci ha aiutato a costruire la storia, guidandoci nei sopralluoghi, fondamentali per contestualizzare la vicenda. Un’esperienza totalizzante non solo per i ragazzi».

Una volta presentata pubblicamente alla città, la graphic novel dovra ben presto spiccare il volo e cercare di raggiungere altre mete.

«Il progetto ha un grande valore culturale – conclude la professoressa De Domenico, che ha lavorato in sinergia con la dirigente del liceo, la professoressa Caterina Celesti – perché ha messo i ragazzi di fronte a una storia che hanno fatto propria in ogni senso. L’obiettivo era portarli a comprendere dove può arrivare la violenza della criminalità quando colpisce vittime innocenti. Per loro è ora quasi una missione far sapere a tutti che la mafia va sconfitta facendo memoria. Un onore avere lavorato con questi ragazzi».

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