Chapeau. Giù il cappello. Alex Ferguson, allenatore del Manchester United dal 1986, lascerà la panchina dei Red Devils, il 19 maggio, dopo l’ultima partita di campionato contro il West Bromwich Albion. L’addio è stato annunciato dallo stesso tecnico scozzese e dalla società di proprietà del magnate americano Malcom Glazer. “E’ il momento giusto” ha detto Sir Alex ringraziando tutti, a partire dai giocatori e dalla moglie Cathy, al suo fianco dal 1966.
Un addio quello di Ferguson che ha lasciato tutti a bocca aperta. E non perchè il 71enne scozzese di Glasgow non fosse nell’età giusta per la pensione, ma perchè Sir Alex nel calcio britannico e mondiale è un’istituzione. Ventisette anni alla guida di uno stesso club, 38 trofei, 3 Premier League, 5 Coppe d’Inghilterra, 2 Champions League, la prima quella del 1999 vinta con una superimonta nei minuti di recupero contro il Bayern Monaco.
Un tecnico “operaio”, dai metodi rudi (chiedete a Beckham per informazioni) ma dalla mentalità vincente, fin dai tempi dell’Aberdeen con cui vinse la Coppa delle Coppe 1983. Un modo di pensare e di agire metodico e moderno con cui ha portato una squadra inglese di media tradizione a essere un club di riferimento in Europa del mondo.Con un mix di giovani (Giggs, Scholes, Beckham) e campioni del calibro di Cantona, Cristiano Ronaldo, Rooney e per ultimo Robin Van Persie. Trasformando l’Old Trafford nel “Teatro dei sogni”. Realizzati.
Ora a 71 anni Sir Alex entrerà nel board del Manchester United e farà da ambasciatore del club, ma di sicuro per le prime settimane avrà ancora la voglia di alzarsi alle 5 per essere in campo, a Carrington. Con i suoi ragazzi.
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