Politica

Grazie Cofferati. Papà, punto e basta

In questo mondo capovolto tutti hanno fatto dietrologie.bInvece lui ha scelto di scegliere. Bene

di Redazione

A scolto l’uomo, il padre. Il politico non mi interessa. Penso: «In fondo è una decisione semplice. Si scelgono i figli, e basta».
Ascolto i commenti, le reazioni, non solo del mondo politico, ma anche dei cittadini di Bologna. Resto spiazzato dalla quasi unanimità: «Cofferati non ci racconti frottole e non usi la scusa del figlio per sottrarsi al giudizio politico».
A vederla in quel modo verrebbe da augurare a tutti i bambini il fallimento dei loro genitori in carriera: così, anche solo come “scusa”, si potrebbero occupare di loro, sottraendosi per di più alla vergogna dell’ammettere la propria sconfitta.
Certo. In una società nella quale, nel caso più benevolo, l’idea stessa di sacrificio e della scelta sulla base di valori umani è considerata out, quella di Cofferati non può che essere una pietosa bugia: un po’ irritante, in verità, per quel cattivo gusto del metterci di mezzo il figlioletto.
A me piace invece pensare che siano tanti i Sergio che scelgono di scegliere, e non di “volere, ma non potere”: sposandosi senza essersi prima comprati casa, avendo un figlio (magari due, tre, ….) senza rimpiangere la carriera, accogliendo il più debole e accettando il tenore di vita che ne deriva.
Mi piacerebbe anche pensare ad una comunità sociale che scoraggi, rimbrottandolo, chi sceglie di fare il sindaco rinunciando ad essere padre. E magari incoraggi aiutandolo chi, senza essere sindaco, ha già scelto di essere genitore.
Ma in questo mondo capovolto credo che mi potrei accontentare anche di meno: poter scegliere e sacrificarsi senza la necessità di doverlo spiegare ai giornali.
Grazie Sergio!


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