Salute

Grazie al sostegno di Airc arriva un nuovo trattamento per i tumori ovarici

Uno studio sperimentale preclinico dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’ di Milano finanziato dall’associazione ha permesso di valutare l’effettivo valore aggiunto dell’intensificazione del trattamento con combinazioni di tre farmaci

di Redazione

In uno studio sperimentale preclinico pubblicato sull’autorevole rivista "Cancer Research" sono stati confrontati, con un nuovo metodo di simulazione al computer, diversi schemi di trattamento con i principali farmaci utilizzati per i tumori ovarici.

Un team multidisciplinare di biofisici, biologi e farmacologi del dipartimento di Oncologia dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’ di Milano, a partire da modelli animali sperimentali di carcinoma dell'ovaio, ha ricostruito al computer la dinamica della crescita tumorale, in rapporto ai trattamenti con i farmaci in uso per la terapia di questa malattia.

Il confronto tra i diversi schemi ha permesso di valutare l’effettivo valore aggiunto dell’intensificazione del trattamento con combinazioni di tre farmaci (taxolo, cisplatino e bevacizumab). Questa nuova metodologia, che integra osservazioni sperimentali con la simulazione al computer dei fenomeni biologici rilevanti, consente di ottenere indicazioni utili per migliorare le dosi e i tempi di somministrazione combinata dei farmaci attivi su un particolare tumore, evitando inoltre sovrapposizioni inutili se non addirittura controproducenti.

«Il meccanismo della proliferazione di popolazioni di cellule tumorali è alla base dell’espansione o contrazione del tumore durante le terapie, ma non è direttamente accessibile all’osservazione. Osserviamo, infatti, solo l’evolversi delle dimensioni del tumore a seguito del trattamento farmacologico in atto», spiega Paolo Ubezio, dell’Unità di Biofisica dell’Istituto, «Il metodo messo a punto, ci ha consentito di studiare nel tempo l’eliminazione di cellule tumorali, il rallentamento di quelle sopravvissute e di confrontare diversi schemi di trattamento con le combinazioni di uno, due o tre farmaci».

La ricerca si è avvalsa del sostegno dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.


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