Non profit
Grazia Bellini, una vita da scout. Ragazzi, il tempo è più che denaro
La crisi del volontariato vista da dentro. Intervista alla leader nazionale dellAgesci.
“Ma mamma, me l?hai insegnato tu!”: può capitare di sentirsi rispondere così da un figlio trentenne che ha deciso, in una notte di maggio, di portarsi a casa un barbone che non sapeva dove andare a dormire. Può capitare soprattutto se ti chiami Grazia Bellini, sei presidente dell?Agesci (l?associazione degli scout cattolici) e da sempre hai impostato la vita di famiglia a una solidarietà vissuta, a un volontariato che dà forma a tutti i gesti quotidiani. Tanto che la logica conseguenza è non saper cosa rispondere, rimangiarsi la prudenza di genitore e lasciare che tuo figlio dia ospitalità a uno sconosciuto senza tetto.
Perché, in fondo, è così che l?hai educato. Perché, dopo tutto, anche tu sei stata educata a comportarti in quel modo. Perché, a pensarci bene, non puoi proprio pensare alla tua vita senza la dimensione del dono.
Vita: È così, Grazia Bellini?
Grazia Bellini: Sì, anche se in famiglia non abbiamo mai parlato esplicitamente del ?valore del volontariato? o della necessità di impegnarsi nel sociale per essere persone realizzate. È venuto così, come derivato dell?esperienza mia e di mio marito, che fin da ragazzi con alcuni amici ci siamo dati da fare per gli altri, costituendo un gruppo che andava a fare doposcuola per i bambini dei quartieri a rischio. Poi è arrivata l?esperienza degli scout, cui ci è sembrato naturale introdurre i nostri due figli, Paolo e Maria; poi abbiamo creato il progetto Arcobaleno, un centro di accoglienza per emarginati e prostitute, in cui oggi lavora Maria. Ma, ripeto, senza programmare troppo. Abbiamo sempre fatto cose che ci sembrava utile fare lì per lì, per rispondere a un bisogno.
Vita: Fare un?azione gratuita che cosa dà, cosa aggiunge alla vita di tutti i giorni?
Bellini: Innanzitutto una straordinaria libertà a livello personale, e poi una capacità di realizzazione senza limiti. Insegna che la scala dei valori non è stabilita dalla retribuzione, e che le relazioni tra le persone non sono monetizzabili. Stimola quindi a dare una misura diversa al proprio tempo: io ai ragazzi dell?Agesci dico sempre che devono imparare a padroneggiare il loro tempo, non a consegnarlo a chi glielo paga o glielo pagherà; lo dico esortandoli al rispetto per il mondo del lavoro, ci mancherebbe, però senza mai perdere di vista la capacità di regalare e ricevere in regalo, quindi di accogliere. Saper dare e ricevere gratuitamente è importante, è una scuola di vita e un esercizio di cittadinanza in senso alto perché porta a partecipare a quello che ti succede attorno, sapendo che le necessità sono tante. E insieme è una scuola di umiltà, perché ti fa capire di essere un pezzetto, una mattoncino nella storia.
Vita: Quanto è stato importante il fatto che quando lei aveva 16 anni qualcun altro ha introdotto lei al volontariato? Cosa si è portata dietro di quell?esperienza?
Bellini: Lo schema; quindi non l?esperienza in sé, o quegli stessi amici, ma un atteggiamento di rispetto per l?altro e per la realtà, e la capacità di farsi carico dei problemi degli altri in qualunque situazione. È grazie a quell?esperienza che cerco di ragionare a partire dalla domanda: cosa c?è bisogno che io faccia? Non come un sacrificio, o una tassa da pagare per compensare la mia fortuna, ma come atteggiamento naturale in ogni circostanza. L?avevo presente anche quando i miei figli erano piccoli e dovevo badare a loro, invece che ai poveri.
Vita: Se il volontariato dovesse sparire, o essere tanto ridimensionato da rendere difficile incontrarlo, cosa perderebbero i giovani di oggi?
Bellini: Spero non si realizzi una catastrofe del genere. Comunque, se dovesse passare l?idea che risolvere i bisogni non deve mai, in nessun caso dipendere da noi, credo che si verificherebbe una grande banalizzazione della vita di ciascuno, oltre che un impoverimento della società. Ma se l?immagina un mondo dove nessuno alzasse più la voce per denunciare quello che non va, o mostrasse a chi governa che il mondo è diverso dal paradiso che ci vogliono far credere?
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