Non profit

Grant-making e operating. In Europa due modelli a confronto

Le prime sono quelle che erogano sostenendo progetti di terzi e sono dominanti nei paesi nordici. Le altre invece gestiscono i progetti in proprio e spesso dipendono da risorse pubbliche

di Redazione

Eterogeneità e multiformità sono due elementi che caratterizzano il settore delle fondazioni in tutti i paesi europei. La varietà di forme con cui l?istituto della fondazione è presente nei diversi sistemi giuridici, la presenza di modelli country specific, l?elevata eterogeneità relativa alla consistenza numerica del settore rendono complessa la delimitazione dei confini settoriali e non sempre agevole la comparazione tra paesi. Anche sotto il profilo operativo, a livello europeo è possibile ravvisare una ampia varietà di modelli adottati dalle fondazioni nei singoli paesi, che testimonia la vitalità di queste istituzioni e la capacità di individuare soluzioni coerenti non solo con la dotazione patrimoniale di cui dispongono, ma anche con le finalità perseguite. Assumendo la tradizionale distinzione tra fondazioni grant-making (che utilizzano i frutti del loro patrimonio per erogare risorse a favore di progetti gestiti da terzi soggetti), e fondazioni operating (che organizzano direttamente i fattori della produzione producendo ed erogando servizi di pubblica utilità) è tuttavia possibile in prima approssimazione correlare la dimensione media del settore e con il modello gestionale prevalentemente adottato nei singoli paesi. Nei paesi in cui il settore fondativo si caratterizza per un?elevata polverizzazione dimensionale e patrimoniale, tende nettamente a prevalere il modello operativo che in molti casi si associa a una forte dipendenza di queste fondazioni da fonti di finanziamento esterne (in larga parte pubbliche) che ne limita l?orizzonte strategico di intervento: è questo il caso della Francia (ove peraltro sono presenti alcune tra le maggiori fondazioni operative a livello europeo, specie nel settore sanitario, come l?Institut Pasteur e l?Institut Curie), della Grecia, dell?Irlanda e del Portogallo. Per contro, nei paesi in cui il settore è sviluppato e fortemente concentrato sotto il profilo patrimoniale domina il modello della fondazione di erogazione: è il caso del Regno Unito e della Germania, dove le fondazioni grant-making rappresentano rispettivamente il 95% e il 75% dell?intero settore, ma anche dei Paesi Bassi. Nei restanti paesi, tra cui l?Italia, la presenza dei due modelli appare sostanzialmente equilibrata e si può pertanto parlare di modello misto. Un interessante elemento di convergenza pare tuttavia ravvisabile nella crescente diffusione in Europa del modello grant-making, quale esito dello sviluppo del settore in tutti i paesi. Maggiore è per contro l?omogeneità che emerge sotto il profilo degli ambiti di attività. In Europa, le fondazioni appaiono fortemente concentrate in tre settori – istruzione e ricerca, assistenza e servizi sociali, sanità – che nel complesso rappresentano circa il 70% del totale delle loro attività, sebbene il loro peso vari anche in misura considerevole da paese a paese, in funzione di specificità nazionali che riflettono in larga misura il ruolo storicamente assunto dallo Stato nella produzione ed erogazione diretta dei servizi di welfare. (2- Continua)

Roberta Pezzetti è docente di Economia degli intermediari finanziari a Pavia

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Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.