Non profit
Grandi manovre sulla manovra
Emendamenti e proteste, i tagli preoccupano tutti
Sono iniziate le grandi manovre sulla manovra. E’ l’ora degli emendamenti, delle proposte ridicole o pericolose (come il condono edilizio), delle indiscrezioni sulle vere modifiche che il Governo presenterà sotto forma di maxiemendamento. Di sicuro c’è la grande rivolta di Comuni e Regioni, che temono la scure dei tagli indifferenziati. I giornali oggi dedicano ampio spazio al tema politico economico.
- In rassegna stampa anche:
- LEGA
- VENETO
- FIAT
- ENERGIE RINNOVABILI
- UNIVERSITA’
- POLONIA
“Meno tagli alle Regioni virtuose”: titola così il CORRIERE DELLA SERA l’articolo in prima che annuncia le 4 pagine all’interno dedicate alle manovre sulla Manovra. La novità è che Tremonti e Bossi studiano la rimodulazione dei tagli previsti al bilancio delle Regioni. L’entità complessiva della riduzione dei trasferimenti resterebbe invariata: 4 miliardi nel 2011 e 4,5 nel 2012, ma la sforbiciata non colpirebbe più le Regioni allo stesso modo. Ne dà conto nel suo articolo Mario Sensini che scrive: «Bossi e Calderoli in un incontro con Berlusconi hanno chiesto che la legge preveda esplicitamente un meccanismo di salvaguardia per le Regioni che sprecano di meno. Riducendo il sacrificio a loro carico e spostando il peso sulle altre. L’emendamento che stanno studiando con Tremonti lascerebbe alcuni mesi alle Regioni per decidere tra loro i criteri per la suddivisione degli oneri. Ma se non ci fosse l’intesa tra le Regioni entro la fine dell’anno, sarà il Governo a metter mano alle forbici». Non si esclude che la nuova norma possa prevedere “sanzioni politiche” per le Regioni che non rispettano gli obiettivi. Il decreto le obbligherebbe a versare al bilancio dello Stato una somma pari allo scostamento, ma una delle ipotesi allo studio prevede anche l’aumento obbligatorio delle addizionali Irpef regionali. Verrebbe dunque rafforzato ancor più il principio che impone alle Regioni che presentano un deficit nel bilancio della sanità e che non adottano piani di rientro credibili di aumentare l’addizionale Irpef di 0,3 punti oltre il tetto massimo dell’1,4%. Un rischio che oggi corrono seriamente almeno quattro regioni: Abruzzo, Lazio, Campania e Calabria (che insieme a Sicilia e Molise, per ora graziate dal Governo, hanno un buco di 3,7 miliardi di euro nel 2009). Dal fronte della Lega si registra anche il commento del sindaco di Varese Attilio Fontana che dà ragione a Formigoni e sostiene che la manovra uccide città e territori e che servono correttivi: «Inutile raccontarsi bugie» avverte il sindaco leghista che è anche presidente dell’Anci della Lombardia, «perché la Finanziaria è fortemente squilibrata: l’80% dei tagli pesano sugli enti locali e il resto viene affidato a una aleatoria lotta all’evasione fiscale».
Altra grande questione sul tappeto è quella della polemica sul condono edilizio. Tra le 2500 proposte di modifica al testo della manovra presentate ieri al Senato è comparsa anche la proposta di riapertura del condono fiscale e di quello edilizio da parte di tre senatori del Pdl: Paolo Tancredi, Cosimo Cattolico e Gilberto Picchetto. Ma dopo lo stop del Governo, Tancredi in un’intervista dichiara di aver firmato nella confusione per sbaglio “carte mandate dalla Camera. Non so da chi” e si discolpa così dalla brutta figura fatta: «Io sono un ambientalista, sono abruzzese e amo la montagna… mai e poi mai mi sarei sognato di proporre un condono edilizio». Rientrato pur fra polemiche e veleni il caso dei condoni, ora comincerà l’esame degli emendamenti alla manovra con iniziative bipartisan per revocare il blocco degli stipendi degli statali, previsto nella manovra fino al 2013, e per far slittare almeno fino al 2012 i tagli ai giornali di partito e delle cooperative. La Lega ha chiesto invece di inasprire il taglio agli stipendi e ai bonus dei manager, mentre alcuni senatori “finiani” hanno proposto la tassazione fissa al 20% dei redditi da locazione. Tra la raffica di proposte per finanziare vari capitoli di spesa c’è anche chi ha suggerito l’aumento delle accise su birra, alcolici e sigarette e persino una “tassa sulle prostitute” che ha fatto molto discutere. Su tutto e su tutti un richiamo del Colle con il presidente Napoletano che chiede “Priorità alla manovra”: «Nell’attuale momento tutte le forze politiche e sociali e tutte le componenti istituzionali dovrebbero focalizzare l’attenzione sulla manovra economica evitando», sostiene il Capo dello Stato «che il confronto su una materia tanto ardua sia negativamente condizionato da tensioni politiche già acute su tutt’altra materia», accennando così indirettamente al nodo delle intercettazioni.
LA REPUBBLICA apre sulle dichiarazioni del presidente della Repubblica (“Legge-bavaglio, monito del Colle”) che ha sottolineato l’urgenza della manovra che dovrà avere la precedenza sulle intercettazioni. Dopo aver riportato lo scontento del premier, a pagina 11 il giornale diretto da Ezio Mauro fa il punto sull’economia: “Condoni Pdl su fisco e casa, no del governo”. I tre senatori Pdl della Commissione Bilancio – Paolo Tancredi, Cosimo Latronico e Gilberto Picchetto Latrin – ieri hanno aggiunto un emendamento ai 1200 già depositati dalla maggioranza. Due propostine per riaprire i termini dei grandi condoni edilizi. Non appena nota, l’iniziativa ha incendiato le posizioni. Partendo dai Verdi (che l’hanno definito «un atto criminale») per arrivare al Pd e ai finiani (un allarmato Fabio Granata ha detto: «è gravissimo che in Parlamento ancora esistano sostenitori del condono»). Poi emerge anche l’aspetto fiscale dell’iniziativa dei magnifici tre che avrebbero voluto riaprire anche il recente scudo. Alla fine è arrivata la scomunica (così la definisce Roberto Petrini) direttamente da Palazzo Chigi e dal ministero dell’Economia. In appoggio un pezzettino fa il punto sulla manovra, sulla quale pesano 2500 emendamenti. Tre faldoni che contengono di tutto un po’: dall’idea di riaprire le case chiuse (con tassazione) a quella di introdurre una tassa del 2% alle fondazione di origine bancaria per il triennio 2011-2013. La pagina chiude con una intervista a uno dei magnifici tre, il senatore Pichetto Fratin. “Io quell’emendamento l’ho firmato a occhi chiusi”. «Arrivano un mucchio di proposte che neanche riesci ad esaminarle bene» afferma il senatore con una tesi che certo molto onore non gli fa.
IL GIORNALE ha un richiamo in prima sulla manovra: «Fisco e casa: il balletto dei condoni». L’articolo di Antonio Signorini a pagina 7 descrive gli emendamenti dei vari deputati: «Ce n’è per tutti i gusti e per entrambi gli schieramenti: dagli stanziamenti per la floricoltura alle tasse per le lucciole. Un revival bipartisan nel quale non potevano mancare i condoni». Insomma, «sembra una finanziaria anni ottanta». Ma «presto arriverà il maxiemendamento del governo e farà piazza pulita di qualsiasi cosa». Si ricorda la proposta di condono del deputato Pdl Paolo Tancredi «Ma anche la sinistra – un po’ più in sordina – ha fatto le sue proposte di sanatoria. Il tema è più politicamente corretto, fare emergere i clandestini che lavorano in nero, ma la sostanza è la stessa». Per Signorini «non mancano i paradossi», come quello «che vede la Lega Nord proporre una sanatoria per falsi invalidi e medici che certificano la loro invalidità, fenomeno che è soprattutto meridionale». C’è spazio anche per «proposte comiche», come quella bipartisan «che stanza un milione di euro per la ricerca sul “cinipide castagno” o i 13 milioni e 800mila euro per l’esposizione di Yeosu, in Corea, dedicata all’ortofrutta». Il Giornale ospita anche la testimonianza di Salvatore Scarpino. «Niente tagli alla sanità che salva vite» è il titolo in prima. Scarpino racconta: «Ho rischiato di morire ma la competenza dei chirurghi del Policlinico di Milano mi ha guarito evitando anche l’amputazione della gamba». E conclude: «negli istituti lombardi c’è l’eccellenza: per questo la finanziaria non li deve toccare».
IL SOLE 24 ORE dedica alla manovra l’apertura di pagina 7 “Altolà del governo ai condoni” è il titolo che ricostruisce le ultime manovre sulla manovra, con il ritorno della questione invalidità. Tra gli emendamenti, sottolinea IL SOLE, «destinati a far gettito spunta anche un’imposta straordinaria del 2%, per il triennio 2011-2013, sul patrimonio delle fondazioni di origine bancaria (presentata da Giuseppe Menardi, Pdl).(…) spuntano anche lo scudo per i falsi invalidi, il ritorno al 74% della soglia della pensione di invalidità e l’aumento del prelievo dal 10 al 20% sulle stock option per i manager».
ITALIA OGGI propone in prima pagina in taglio basso una vignetta di Cadei che ritrae Il premier e Gianfranco Fini nell’ingresso di un appartamento. Berlusconi prega Fini:«non facciamoci del male in casa!». La risposta di Fini «…ok ti aspetto fuori». Sopra il titolo “Contro le spese troppo disinvolte, il governo ha commissariato con la manovra l’Expo 2015. L’articolo è a cura di Sergio Luciano a pagina 5, “Expo 2015, Stanca commissariato”. «Commissariamento più netto non avrebbe potuto esservi: con un articolo espressamente dedicato all’Expo 2015 di Milano nel decreto legge di manovra finanziaria, il governo ha di fatto confiscato l’autonomia decisionale dei vertici della società, d’accordo su questo sia il ministro per l’economia Giulio Tremonti che il premier Silvio Berlusconi. Lucio Stanca, amministratore delegato, ma in fondo con lui tutto in consiglio, sono stati di fatto sfiduciati. E si sono poste le premesse per un ampio rimpasto». Cosa è successo esattamente? Per saperlo basta «rileggere l’articolo 54 della “manovra”. È qui che il governo ha deciso, con il giusto pretesto di “presidiare” direttamente una voce importante dei futuri progetti di spesa pubblica, di fischiare la fine della ricreazione. E di farlo da «azionista», visto che il Ministero dell’economia detiene il 40% di Expo 2015 Spa. L’articolo 54 della manovra, dunque, limita tutte le spese dell’Expo al 10% delle risorse fin qui autorizzate e condiziona i “contratti di assunzione del personale, a qualsiasi titolo, i contratti di lavoro a progetto e gli incarichi di consulenza esterna” a delibere di Consiglio, espropriandone quindi il capo azienda, “avendo in ogni caso presente la finalità di un contenimento dei costi della società, anche successivamente alla conclusione dell’evento espositivo“. Inoltre, su tutta la gestione, la società dovrà inviare trimestralmente una relazione alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero dell’economia e delle finanze ed al ministero delle infrastrutture e dei trasporti». Si può quindi dire che «all’Expo non si muove foglia che il governo non voglia».
“Manovra al centro” titola IL MANIFESTO a pagina 4 e 5. L’apertura è sulle dichiarazioni del Presidente della Repubblica: «Nel gioco delle tre carte imbastito dal governo su manovra, federalismo e giustizia, Giorgio Napolitano indica quella giusta» ovvero esorta «a concentrarsi sulla discussione più seria e aperta attorno ai termini della manovra economica affidata al decreto da convertire entro la fine di luglio». Insomma il tempo stringe e «concentrarsi su questo difficile adempimento» avverte Napolitano «non può non dominare l’agenda parlamentare nel breve tempo che separa le camere dalla pausa estiva». Il Colle, scrive IL MANIFESTO, reagisce quasi con fastidio agli smarcamenti sulle modifiche costituzionali per la libertà d’impresa, ministeri inspiegabili “alla Brancher” e ddl intercettazioni. Nella doppia pagina sulla manovra IL MANIFESTO dà ampio spazio alla “rivolta” degli enti locali: “I virtuosi del Veneto non ci stanno” titola un pezzo sui sindaci del Veneto che chiedono al governo che il 50% dei benefici dovuti alla lotta all’evasione in Italia e delle sanzioni all’evasione contributiva resti ai comuni che partecipano al contrasto dell’evasione. A fianco un’intervista al sindaco leghista di Varese Attilio Fontana in vista della sua “marcia su Roma” dell’ “Anci”: domani i sindaci manifesteranno domani davanti al Senato contro la manovra finanziaria. Varese, dopo i tagli, avrà 4,2 milioni di euro in meno nel suo budget, solo considerando i tagli diretti. Il sindaco leghista dice di non essere in imbarazzo a contestare un governo al quale partecipa il suo partito: «io rappresento gli interessi dei miei concittadini e sono convinto che la manovra sia sbagliata». Fontana ha convocato «le parti sociali, sindacati, mondo della scuola, associazioni», «vorrei che decidessimo insieme dove effettuare i tagli», afferma.
“Tentazione condono”, titola AVVENIRE. «Casa e fisco, nel Pdl ci si prova», commenta subito secco il sommario. Mentre sempre in prima il fondino verde del direttore invita a «resistere, resistere, resistere», poiché «il condono, fiscale o edilizio che sia, è sempre la risposta sbagliata, perché fa contenta i furbi e imbufalire gli onesti». Il pezzo poi spiega che i tentativi di riaprire i termini per il condono edilizio e per quello fiscale e tombale «durano il tempo d’un temporale estivo, ma torna anche, sotto forma di emendamento, il decreto del governo che propone di sospendere la demolizione di edifici abusivi in Campania stoppato alla Camera due settimane fa». Un pezzo in appoggio spiega che «affermare che la procura di Napoli sta facendo abbattere le case della povera gente è un falso. Dietro gli abusi non ci sono esigenze reali, ma solo speculazione», dice Aldo De Chiara. In generale, sugli emendamenti, scenderà «la mannaia dell’esecutivo», per ridurre le 2550 proposte (oltre metà sono a firma della maggioranza) e fare confluire quelle passate in un unico maxi-emendamento. Sui temi più specifici per il non profit, AVVENIRE segnala due emendamenti. Il primo è a firma di Maurizio Saia (Pdl), ed estende anche alle Università pontificie la possibilità di iscriversi ai registri del 5 per mille, poiché la normativa vigente prevede la destinazione alla ricerca fatta dalle università ma esclude quelle pontificie. Il secondo è sull’invalidità, a firma di Paolo Tancredi e Cosimo Latronico (Pdl): via l’innalzamento all’85%, riportandolo al 74% o – misura di compromesso – all’80%. AVVENIRE segnala però che «torna il rischio dell’introduzione del vincolo del reddito per la concessione dell’indennità di accompagnamento».
“L’estate del Grande Ingorgo” è il titolo dell’intervento di Carlo Bertini su LA STAMPA che sottolinea come il Parlamento sia in lotta contro il tempo. «La speranza del Governo di far passare la legge sulle intercettazioni almeno in terza lettura alla Camera prima del 6 agosto deve fare i conti con la ricerca di una solida tregua politica con Fini. Il cui parere nella conferenza dei capigruppo del 30 giugno potrà essere decisivo per stabilire il calendario, visto che Di Pietro, ma anche Casini e il Pd faranno di tutto per evitarlo. Dunque anche se Fabrizio Cicchitto ha chiarito che “certamente la manovra deve avere la precedenza, ma nulla impedisce alla Camera di votare la legge sulle intercettazioni”, non è un caso che ieri sera il vertice dei capigruppo di Montecitorio con Fini non abbia nemmeno sfiorato il tema, in attesa del summit del PdL convocato oggi con il Premier». Ugo Magri va a giovedì, giorno di partenza di Berlusconi che resterà all’estero per oltre 10 giorni e scrive: «Dodici giorni consecutivi all’estero, nemmeno i vecchioni della Prima Repubblica ricordano un capo di governo che si sia concesso una vacatio così lunga. Mentre Berlusconi prepara le valige Fini già gli ruba la scena e lascia intendere chi guiderà le danze con il Cavaliere assente. Oggi il bersaglio è la Lega che si diverte a fare provocazioni. I fedelissimi del PdL convocati a Palazzo Grazioli per piantare qualche paletto ma nessuno dei protagonisti ci crede davvero cominciando dal lider maximo con la testa al G8 di Muskoka, al G20 di Toronto, ai colloqui in Canada e in Brasile dove il 28 giugno incontrerà Lula».
E inoltre sui giornali di oggi:
LEGA
LA REPUBBLICA – Nella querelle Fini Bossi («la Padania non esiste»; «Parli così perché qui al Nord non prendi voti») interviene Ilvo Diamanti con un commento intitolato “La patria immaginaria”. Una polemica che conferma la centralità politica e culturale della Lega, sostiene Diamanti, ma che al tempo stesso segnala un rischio. Che cioè la Lega rimanga prigioniera dei suoi miti e dei suoi riti, del suo linguaggio. Il lancio della Padania, ricorda Diamanti, avvenne nel 1995 dopo la fine dell’alleanza con Berlusconi. Oggi che la Lega è al governo, quel mito assume un altro senso.
VENETO
IL GIORNALE – «Si comprano il palazzo pur di non avere la moschea» è il titolo de IL GIORNALE per una notizia che arriva da Tomasoni, borgo di 150 anime vicino Vicenza. «In un ex laboratorio artigianale avrebbe dovuto sorgere un centro religioso islamico», i residenti hanno reagito autotassandosi «soffiando l’area ai musulmani». Dice il sindaco: «è un nucleo tradizionale di famiglie molto unite, facciamo tre sagre all’anno, una piccola comunità coesa che sarebbe stata stravolta dall’arrivo di centinaia di musulmani».
FIAT
IL MANIFESTO – “Voto pericoloso”. L’edizione di oggi apre con il referendum sul futuro dello stabilimento Fiat a Pomigliano. «L’accordo separato di Pomigliano d’Arco imposto oggi con un plebiscito ai lavoratori, cancella il diritto di sciopero e viola la legge» si legge su un post-it gigante in prima pagina sull’edizione di oggi de IL MANIFESTO, che apre con due pagine sulle mosse della Fiat e sulle tensioni e condizioni di lavoro all’interno della fabbrica.
ENERGIE RINNOVABILI
IL SOLE 24 ORE – “Ripresa in vista per le rinnovabili”, titola a pagina 24 IL SOLE. «Nel 2009 non c’è stata la drastica frenata mondiale del 20% nel settore delle energie rinnovabili ipotizzata dall’International Energy Agency, ma una più contenuta flessione del 6,4% che lascerà posto già nel 2010 a una robusta ripresa. Questo perché “la crisi economica ha reso gli investimenti nelle rinnovabili ancora più strategici in chiave anticiclica”. Fondamentale il ruolo degli incentivi dei governi – 177 miliardi tra il 2009 e il 2013 per tornare ad accelerare un settore cresciuto da 27 a 173 miliardi di nuovi investimenti dal 2003 al 2008». A scattare la fotografia aggiornata è il Rapporto 2010 dell’Osservatorio internazionale sull’industria e la finanza delle rinnovabili: «Il lavoro riconosce al nostro paese un salto della produzione di fonti energetiche rinnovabili in Italia fra il 2007 e il 2009, grazie anche alle politiche di incentivazione come certificati verdi, conto energia e tariffa onnicomprensiva. L’accelerazione degli investimenti ha «colmato in pochi anni il divario con i principali paesi europei », portando la produzione di eolico in tre anni da 4.034 a 6.087 gwh, quella da biomasse e rifiuti a da 5.441 a 6.300 gwh, quella del solare da 39 a 750 gwh».
UNIVERSITA’
AVVENIRE – L’anno accademico 2008/09 è stato l’anno dell’ Erasmus. Quasi 200mila studenti europei hanno studiato all’estero (+8,7% rispetto all’anno precedente): gli italiani che partono sono quarti in classifica (17.750) dopo spagnoli, francesi e tedeschi. Tra questi, 213 erano disabili: un vero e proprio boom: +30% rispetto all’anno precedente.
POLONIA
LA REPUBBLICA – Il 4 luglio ballottaggio all’ultimo voto per le elezioni presidenziali. Solo quattro punti separano il liberal Komorowski dall’autoritario Kaczynski. Decisiva sarà la sinistra che al primo turno ha ottenuto il 13,68%. Segnalo un’interessante intervista a Ada Michnik, direttore del quotiziano Gazeta Wyborcza: “Qui a Varsavia lo stesso scontro che si ripete ovunque in Europa”. Ovvero «lo scontro tra conservatori liberal aperti e conservatori autoritari».
Nessuno ti regala niente, noi sì
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