Non profit

“Grande cause nationale” un marchio per un anno di spot

Dal 1977 in Francia una tematica scelta dal primo ministro diventa la causa nazionale e veicola gratis le proprie campagne su radio e tv pubbliche. Sei cordate si contendono il titolo per il 2014. Il 2013 è stato dedicato alla lotta all'analfabetismo.

di Antonietta Nembri

Quale sarà la “Grande cause nationale 2014”, ovvero il tema di interesse generale che potrà godere di spot e pubblicità gratuita su radio e televisioni pubbliche per far appello alla generosità dei donatori nel corso del 2014 in Francia?
Le organizzazioni senza fine di lucro da sole, o in associazione tra loro, hanno tempo fino all’8 gennaio per presentare la propria candidatura. Ad avere l’ultima parola sarà il primo ministro Jean-Marc Ayrault che darà il suo verdetto ai primi dell’anno, anche se molto probabilmente occorrerà aspettare febbraio per il conferimento ufficiale di questo marchio.
La campagna è stata lanciata a fine novembre e la competizione è molto serrata: sei le “cause” che si sono messe all’opera e online si possono leggere gli appelli lanciati da alcune associazioni per sostenere la candidatura della propria causa.

«È come per una candidatura alle Olimpiadi. Quello che conta è avere un buon progetto, portato avanti dalle persone giuste. E di cadere in un momento opportuno sul piano politico» ha spiegato a laCroix.com Florent Chapel, presidente del collettivo Autisme che ha ottenuto il marchio nel 2012.

Assegnato per la prima volta nel 1977 questo marchio ha contraddistinto negli anni le cause più diverse: dal cancro all’Aids passando dalla malattia di Alzheimer, e poi lo spirito civico, la prevenzione degli incidenti stradali ma anche la prevenzione della violenza contro le donne. Dal primo marzo 2013 il marchio è andato alla lotta all’analfabetismo, causa portata avanti da un coordinamento di associazioni coordinate dall’Anlci (Agence nationale de lutte contre l’illettrisme)

Ed eccole le sei cause a favore delle quali si stanno muovendo in modo più deciso alcuni coordinamenti: i maltrattamenti all’infanzia, la salute mentale e i disturbi psichici, l’invecchiamento e l’autonomia, la lotta contro il razzismo e l’antisemitismo, l’educazione digitale e il diabete.
Sono tutte portate avanti da coordinamenti che raggruppano un gran numero di associazioni con il sostegno anche di organizzazioni di categoria, alcune hanno anche ottenuto il sostegno di personalità, sapendo che anche la scelta del testimonial può avere il suo peso. Altre organizzazioni pensano invece che più dei testimonial sia importante far pressioni con l’opinione pubblica o piuttosto coinvolgere dei parlamentari. Da non sottovalutare tra i retroscena che vengono ricordati dalla stampa d’oltralpe che segue il tema il fatto che la compagna di Hollande, Valérie Trienweiller è in campo per i maltrattamenti all’infanzia, mentre la moglie del primo ministro è impegnata contro l’isolamento delle persone anziane.

Nel mondo delle associazioni francesi sembra che ottenere questo marchio sia particolarmente importante anche perché questo permette di poter portare avanti una campagna di comunicazione gratuita sulle radio e le televisioni pubbliche, il numero degli spot non è fissato in anticipo e quindi come ricorda Florent Chapel, nel 2012 «noi abbiamo deciso di non fermarci alle emittenti pubbliche e di incontrare anche le televisioni private, Il nostro spot in questo modo è stato diffuso mille volte attraverso 26 canali in totale».  

Rimane anche un retro pensiero: non è che il marchio sia un modo per il governo di ammorbidire le associazioni che denunciano con troppa virulenza l’inattività del potere politico su certi temi? A sentire sempre Florent Chapel il sospetto aveva toccato anche le associazioni che si occupano di autismo nel corso del 2012 «ma tutti hanno potuto rendersi conto che questo non ha intaccato la nostra capacità di dire quello che volevamo»
 


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