Tutela animali
Granchio blu, per gli animalisti il piano governativo non funzionerà
Per la Lav si stanno impegnando in totale 54 milioni di euro per tutelare lo sfruttamento di un’altra specie importata, la vongola filippina. Si dovrebbe invece intervenire sulla pesca dei polpi, specie naturale predatrice dei granchi. Giulia Giambalvo, area animali esotici Lav nell'esprimere preoccupazione invita a «rivedere il Piano, introducendo soluzioni scientificamente fondate e rispettose dell'ambiente»
È un piano destinato a non sortire i risultati che ci si aspetta quello presentato dai ministri Lollobrigida a Pichetto Fratin. A dirlo è la Lega anti vivisezione – Lav commentando il “Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu” presentato, mercoledì 22 gennaio al ministero dell’Agricoltura.
Il piano non rispetta la vita degli animali
Sebbene il Piano si avvalga di ben 10 milioni di euro, stanziati con il Decreto-Legge Agricoltura, che si aggiungono ai 44 milioni di euro già investiti dal ministero delle Politiche Agricole e Alimentari negli ultimi anni – sottolinea una nota di Lav -, questo non punta a «investire sulla ricerca di soluzioni alternative, sostenibili e rispettose della vita degli animali, non tutela specie concorrenti del granchio blu che invece rimangono nel mirino della pesca tutto l’anno, ma mira esclusivamente all’eliminazione, attraverso cattura e smaltimento, del granchio blu».
«Esprimiamo preoccupazione in merito a quanto appena annunciato dal Governo», dichiara Giulia Giambalvo, area animali esotici Lav. «Si tratta di una scelta politica che mira, ancora una volta, a garantire e difendere gli interessi economici del settore dell’allevamento e della pesca intensiva. Il piano appare come uno strumento di tutela della biodiversità degli habitat colpiti, nonostante invece il settore della pesca impatti fortemente sugli ecosistemi e sugli animali marini».
La falla nel piano
Secondo gli animalisti, il piano straordinario per contrastare questo crostaceo ha una grossa falla: la continua attività di pesca dei polpi, predatori naturali del granchio blu. Per la Lav, infatti si tratta di un punto cruciale per il naturale contenimento della proliferazione della specie invasiva in questione. Senza uno stop alla pesca dei polpi, è difficile prevedere un efficace contenimento del granchio blu.
Gli ecosistemi marini e le attività umane
L’introduzione di specie alloctone, e la conseguente alterazione degli ecosistemi marini, sono il risultato diretto delle attività umane. Il granchio blu è vittima di un paradosso economico e di un sistema che privilegia come di consueto il profitto piuttosto che la salute degli ecosistemi.
La sua presenza minaccia la redditività della pesca della vongola filippina, anch’essa specie alloctona introdotta per scopi commerciali, ed ora considerata una risorsa da privilegiare per il suo valore economico.
L’impossibile eradicazione
Questa prevaricazione dell’economia sull’ecologia ha trasformato un crostaceo in un nemico da eliminare, ben sapendo che la cosiddetta “eradicazione” sarà impossibile, senza prendere in considerazioni soluzioni che aiutino davvero a tutelare la biodiversità marina e la vita degli animali.
«La tutela degli ecosistemi marini deve essere una priorità, anche per proteggere la biodiversità», conclude Giambalvo. «La Lav invita quindi il Governo e il Commissario straordinario a rivedere il Piano, introducendo soluzioni scientificamente fondate e rispettose dell’ambiente».
In apertura granchi blu, foto da Ufficio stampa
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