Formazione
Gran Bretagna: tra le polemiche la legge sull’odio religioso
Secondo oppositori artisti, intellettuali, giornalisti si tratta di una nuova minaccia alla libertà d'espressione
di Redazione
Il governo Blair ha rilanciato un progetto di legge contro l’incitamento all’odio religioso, un testo considerato tuttavia da artisti, intellettuali, giornalisti come una nuova minaccia alla libertà d’espressione dopo le recenti dispute che sono sorte su spettacoli che avevano come argomento la vita di Gesù o sul culto Sikh. Ad opporsi anche il partito conservatore che reputa la legge “controproducente”. Con questa legge, “la vita di Brian”, la pellicola del Monty Python non sarebbe mai stata girata, ha accusato recentemente l’attore e comico britannico Rowan Atkinson (Mister Bean”). Il testo ,che è stato già discusso più volte dai politici, britannici prevede che vengano puniti coloro che incitano all’odio razziale e offendono con parole e gesti i fedeli di altre religioni. La pena massima è di sette anni di prigione. L’offesa d’incitamento all’odio religioso verrà ad aggiungersi all’offesa d’incitamento al odio razziale, iscritta nella legge da 1986. Secondo il ministro dell’Interno, Charles Clarke, questa nuova disposizione è necessaria, in particolare per proteggere la Comunità musulmana che, a differenza dei sikhs o degli ebrei, non può utilizzare la legge del 1986 poiché non costituisce un gruppo etnico specifico. “Questa misura era attesa da tempo, ma ciò costituisce una prima tappa che viene ben accolta”, ha risposto il Consiglio dei musulmani della Gran Bretagna. La disposizione di legge era stata prevista fin dal 2001, nel quadro del progetto di legge antiterrorista del governo Blair. Era stata riproposta nell’autunno 2004 senza successo. Adottato alla Camera dei comuni, il testo era stato respinto dalla Camera dei Lord, che aveva ravvisato un danno alla libertà d’espressione. Quindi era stato abbandonato fino a quando il successore di David Blunkett al ministero dell’Interno, Charles Clarke, ha ufficialmente presentato il nuovo progetto di legge. La legge però non convince. Molti artisti ed intellettuali britannici, che si sono mobilitati contro questo testo dal 2004 sottolineano che “criticare una persona a causa della sua razza è ovviamente stupido e ridicolo, criticare una religione è un diritto, una libertà”. Se ufficialmente questa legge non proibirà “di commentare, criticare o rendere ridicola una fede qualunque”, ha detto Atkinson, si teme che nei fatti ciò dia un’argomentazione in più agli estremisti di qualsiasi religione. In piena campagna elettorale britannica, oltre un mese fa, lo scrittore britannico Salman Rushdie, attacando Blair e il governo definì la proposta di legge sull’odio raziale “L’ultima goccia che fa traboccare il caso”. La legge, scriveva Rushdie “sacrificherebbe la libertà di parola al fine di placare gli elettori musulmani indignati dalla guerra in Iraq”. Sferzante, Rusdhie accusava Blair di essere ” un maniaco del controllo in ostaggio degli inquisitori religiosi”.
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