Non profit

Grameen-Veolia Water Ldt, ovvero il social business per l’acqua

Una rete idrica per le popolazioni rurali del Bangladesh

di Gabriella Meroni

Il social business è una sfida e Veolia Environnement, società leader nei servizi ambientali presente in oltre 70 nazioni, tra cui l’Italia, lo sa bene. E lo sapeva il suo presidente, Antoine Frérot, quando nel 2008 accettò la proposta di Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace 2006 e fondatore della Grameen Bank in Bangladesh, di unirsi a lui in un progetto che permettesse alle popolazioni rurali più disagiate del paese di avere accesso all’acqua potabile, dando così vita a Grameen-Veolia Water Ltd, la joint venture di Grameen Healthcare e Veolia Water ? due divisioni delle rispettive società ? che oggi è al suo terzo anno di attività.
Questo sodalizio, da un lato, conferma l’importanza di Veolia Water a livello mondiale nella gestione del servizio idrico e contribuisce ad accrescere le iniziative che la società si è impegnata a intraprendere per il raggiungimento degli obiettivi del Millennio contro la povertà entro il 2015; dall’altro rappresenta per Grameen l’occasione di applicare i princìpi del social business alla fornitura di acqua potabile, ossia favorire il progresso sociale adattando i meccanismi dell’economia di mercato alle necessità delle popolazioni più svantaggiate e povere, per ottenere dei risultati durevoli se non addirittura perenni.
L’obiettivo è di sviluppare, con la vendita dell’acqua potabile, la rete idrica e creare l’accesso a quante più persone possibile a un costo decisamente inferiore rispetto a quella in bottiglia: l’equivalente di 0,1 cent/euro ogni 10 litri.
Nel 2009, il know-how e la tecnologia d’eccellenza che Veolia Eau ha messo a disposizione del progetto, hanno permesso di procedere con la costruzione di un impianto di potabilizzazione dell’acqua e di una rete di distribuzione che conta 22 cisterne e fontane per il villaggio di Goalmari, a 100 chilometri dalla capitale Dhaka, per circa 25mila abitanti. Negli anni successivi, con il potenziamento di questa rete, l’acqua potabile ha raggiunto il vicino villaggio di Padua Union con i suoi 20mila abitanti, anche se il vero obiettivo resta quello di arrivare a coinvolgere almeno 100mila persone.
Dopo quasi tre anni di attività e un investimento di 800mila dollari, la Grameen-Veolia Water Ltd può contare su un bilancio positivo delle azioni intraprese, e non solo di natura tecnica. Per rispondere in maniera efficace ai bisogni della popolazione, l’impegno degli operatori si è esteso a una ricerca condotta sulle abitudini e sui consumi locali, e sull’identificazione degli aspetti socioculturali, come ad esempio il rapporto tra gli abitanti dei villaggi e l’acqua da bere che, in quanto risorsa naturale, sarebbe dovuta essere disponibile senza interventi da parte dell’uomo. Nessuno quindi capiva per quale motivo si dovesse potabilizzare e poi pagare per averla. Nell’interesse delle comunità, la società ha intrapreso un programma per mostrare e spiegare i rischi derivanti dal consumo di un’acqua non purificata che, nel loro caso, era contaminata da quantità di arsenico presente in proporzioni pericolose per la salute.
Oggi anche in Bangladesh è possibile avere accesso all’acqua potabile grazie a un sistema di raccolta e di distribuzione che consente anche alle popolazioni rurali di attingerla direttamente alla fonte a 50 metri da casa, nel rispetto degli standard della World Health Organization.

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