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Governo turco, no al carcere che punisce le idee

Dopo Dino Frisullo, un altro caso di detenuto per reati di opinione nelle carceri turche

di Redazione

Imprigionato per aver espresso la sua opinione. Purtroppo non si tratta di un anacronismo, succede oggi, in Turchia, a uno scrittore curdo. Edip Polat, un ex-insegnante di biologia, è attualmente detenuto nella prigione centrale di Ankara presso cui dovrà rimanere rinchiuso 10 mesi. La sua colpa, dice l?articolo 159 del codice penale turco, è di avere oltraggiato organi dello Stato in una dichiarazione rilasciata al giornale ?Ozgur Gundem? nel luglio del 1993.
E guarda caso, la dichiarazione per cui Polat è stato condannato era una forte protesta contro le sanzioni imposte a scrittori e giornali che criticano la politica governativa sulle province sud orientali a maggioranza curda. Questa purtroppo non è la prima volta che Edip Polat viene messo in carcere per avere espresso pubblicamente la sua opinione. Ma, a quanto sembra, per il governo turco la libertà di espressione non rientra tra i diritti umani che si è impegnato a rispettare firmando l?articolo 10 della Convenzione Europea sulle libertà fondamentali.
La denuncia viene da Amnesty International, che ha lanciato una campagna in favore di Edip Polat e del rispetto dei diritti umani in Turchia. Per partecipare, basta scrivere una lettera firmata in cui, esortando il governo turco a rispettare gli accordi della Convenzione europea sulle libertà fondamentali, si chiede l?immediato rilascio dello scrittore Edip Polat. Questo l?indirizzo: Mr. Bulent Ecevit, Deputy Prime Minister, Basbakanlik 06573, Ankara – Turkey. Amnesty chiede inoltre, a chi può, di inviare copia della lettera anche a Edip Polat in carcere, Merkez Kapali Cezaevi, 5 Kogus, Ulucanlar, Ankara – Turkey.

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