Politica

Governo: l’orologio di Ciampi

L'orologio che scandisce i tempi per la formazione del governo di Romano Prodi e' regolato dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. I tempi saranno lunghi

di Redazione

L’orologio che scandisce i tempi per la formazione del governo di Romano Prodi e’ regolato dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. I tempi istituzionali per la formazione del nuovo esecutivo saranno “inevitabilmente lunghi”, passano attraverso “scadenze e scansioni temporali imprescindibili”. Il Quirinale con una nota dell’ufficio stampa avverte che occorre tenere presente una “lunghezza dei tempi” che e’ “costituzionalmente obbligata”. Il leader dell’Unione, dopo un’ora di colloquio con il segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, e’ salito al Colle per incontrare Ciampi. Al termine Prodi ha assicurato che Ciampi terminera’ regolarmente il suo mandato. “Non sono previste – precisa – dimissioni anticipate”. Nel primo pomeriggio si svolgera’ il vertice dell’Unione con Romano Prodi che dice no alla grande coalizione proposta ieri da Silvio Berlusconi. “Si’, la vittoria e’ sicura in entrambe le Camere. Io – sottolinea Prodi – ho detto no. La mia risposta e’ a nome dell’intera coalizione”. Sempre Prodi spiega che sara’ lui a decidere sui ministri. “Prima c’e’ l’elezione del presidente della Repubblica. E’ molto probabile che sara’ il nuovo presidente della Repubblica ad affidarmi l’incarico e quindi bisognera’ attendere la seconda parte di maggio”. Tempi lunghi che, dopo Mastella, fanno arricciare il naso al leader dei comunisti italiani, Oliviero Diliberto. “Bisogna vedere – dice – quale e’ stato il tema dell’incontro. Certo due mesi cosi’ saranno complicati”. Sui ministri del nuovo governo Prodi spiega: “Serve un accordo sui criteri e una rosa di nomi, come nella Commissione europea, ma la decisione finale sara’ mia”. Prodi assicura anche che mai Berlusconi potra’ essere il successore di Ciampi, “non ha alcuna possibilita’ di essere presidente della Repubblica”, pero’ spiega che cerchera’ un dialogo con l’opposizione per l’elezione del nuovo presidente. Intanto il leader di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, torna a ribadire la presidenza delle Camere alla maggioranza. Dopo l’incontro con il leader dell’Unione, Bertinotti spiega: “Abbiamo parlato degli incarichi istituzionali. Abbiamo confermato il criterio che il presidente della Camera e il presidente del Senato saranno della maggioranza. Cio’ per una ragione politica, ricordando che in altri momenti e occasioni era stata manifestata la possibilita’ dell’affidamento alle minoranze di una delle presidenze. Ma la campagna elettorale e la contrapposizione che si e’ determinata, l’agenda politica che si dispiega di qui in avanti, richiedono che, anche agli effetti di rendere la pratica di governo e il governo delle istituzioni, naturalmente in autonomia, reciprocamente dialoganti, entrambe le cariche diCamera e Senato siano della maggioranza”.


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