Sostenibilità

Governo italiano bocciato in energia rinnovabile

L'associazione produttori energia da fonti rinnovabili, ha promosso presso la Commissione UE l'apertura di una procedura di infrazione per inadempienza

di Redazione

L?Italia è nel mirino dell?Aper, l?associazione produttori energia da fonti rinnovabili, che ha promosso presso la Commissione europea l?apertura di una procedura di infrazione per inadempienza da parte del Governo. Nei fatti, lamenta l?associazione in una nota, l?Esecutivo rischia di scoraggiare il raggiungimento delle quote di produzione di energia che, ai sensi della normativa comunitaria in vigore, dovrebbero oggi essere ottenute a partire da fonti rinnovabili. In ballo ci sono somme enormi: la sola costruzione degli impianti necessari a raggiungere nel 2010 i target concordati in sede Ue, permetterebbe infatti di realizzare investimenti privati diretti per oltre 5 miliardi, senza contare le opportunità per l’indotto del settore, che ne movimenterebbe almeno un?altra metà. In totale, quindi, 7,5 miliardi. ”E? importante -afferma Roberto Longo, presidente dell’Aper- che il Governo italiano onori gli impegni assunti in sede europea. Solo per portare l’esempio del fotovoltaico, mentre in Italia dal 2001 ad oggi sono stati installati 30 megawatt di nuovi impianti, in Germania -prosegue Longo- sono stati superati nello stesso periodo i 700 megawatt di nuove installazioni, di cui oltre 350 nel biennio 2003-2004”. ?Questo -aggiunge Longo- è solo un esempio della situazione in cui si trova l’Italia e dei rischi che corre il nostro Paese?. In vista dell?obiettivo fissato dalla normativa comunitaria, tutti gli Stati membri dovranno raggiungere entro il 2010 una quota minima di energia prodotta da fonti rinnovabili pari alla copertura del 22% dei propri consumi. L’Italia, sottolinea l’Aper, dovrebbe colmare in cinque anni un gap di sei punti percentuali, visto che la quota di energia da fonti rinnovabili attualmente prodotta e’ pari al 16 per cento. ?E oggi -ha concluso il presidente dell?Aper- è chiaro che sono ridotte sia le possibilità italiane di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità accettati a Bruxelles e a Kyoto, sia ogni chance di competitività del nostro Paese in un comparto industriale che ha creato negli altri Paesi centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro e opportunita’ di sviluppo industriale?. Posti e chance di sviluppo per ora precluse all’Italia, lamenta l?associazione produttori energia da fonti rinnovabili. Nonostante, infatti, le indicazioni della Direttiva comunitaria siano state formalmente recepite con il Dl 387 del 2003, seppur approvato con quattro mesi di ritardo, la legislazione non pone in atto alcuna misura concreta, lamenta l?Aper. E? stato invece istituito, osserva l?associazione, un lungo elenco di provvedimenti attuativi per il raggiungimento degli obiettivi preposti, la maggior parte dei quali ha superato pesantemente le date previste a livello europeo per l’entrata in vigore. Attualmente, lamenta Aper, il ritardo accumulato dal Governo italiano nella realizzazione delle varie fasi indicate dalla normativa di recepimento e’ di oltre due anni.

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