Politica
Governo: Ferrero, il Dpef io non lo firmo
Il testo del DPEF, ''non garantisce che l'azione di risanamento non si traduca in una taglio della spesa sociale su settori importanti, a partire dalla sanita' e le pensioni''. Così Paolo Ferrer
di Redazione
Il testo del DPEF, ”non garantisce che l’azione di risanamento non si traduca in una taglio della spesa sociale su settori importanti, a partire dalla sanita’ e le pensioni”. Per questo il ministro della solidarieta’ sociale, Paolo Ferrero non ha partecipato oggi al voto in Consiglio dei Ministri. A spiegare la sua posizione e’ lo stesso ministro che, sottolinea, ”pur apprezzando le modifiche introdotte dopo lunga discussione, come ad esempio l’innalzamento del tasso di inflazione programmata al 2%” ha, comunque, deciso di non prendere parte al voto. ”Il buco di bilancio lasciatoci dal governo Berlusconi deve essere fatto pagare agli strati sociali che si sono arricchiti proprio sotto quel governo. – puntualizza Ferrero – Per questo e’ necessario che l’azione di risanamento prosegua in modo del tutto prioritario sul versante della lotta all’evasione e all’elusione fiscale e contributiva e della lotta alla precarizzazione del lavoro e abbia tempi tali da evitare un significativo ricorso al taglio della spesa pubblica. La non partecipazione al voto – conclude il ministro – rappresenta quindi la volonta’ di rilanciare la discussione in vista della finanziaria, a cui e’ necessario siano pienamente coinvolte le organizzazioni sindacali, al fine di costruire nell’autunno una manovra che garantisca l’equita’ sociale”.
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