Politica

Governo, Cnca: la manovra è un ritorno alla beneficenza

Dure critiche alla manovra triennale del governo da parte del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza. "Non investe nei diritti ma nella beneficenza", dice il comunicato del Cnca

di Redazione

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) ritiene inaccettabile, dal punto di vista dell?impostazione generale, la manovra triennale a cui sta lavorando il Governo, almeno per quanto se ne capisce dalle prime informazioni disponibili.

Ciò che colpisce, aldilà delle singole misure annunciate, è proprio la filosofia di fondo della manovra: non investe nei diritti, ma nella beneficenza. Di tal genere è la ?card? che si vorrebbe introdurre per aiutare una parte dei pensionati nelle spese alimentari, un pannicello caldo del tutto inadeguato ad affrontare quel problema povertà con cui strati sempre più vasti della popolazione devono fare i conti.

Coerentemente con questa impostazione, dunque, il Governo nulla dice di ciò che invece andrebbe varato e messo a sistema al più presto: una misura istituzionale universale contro la povertà (il reddito minimo di inserimento), i Livelli essenziali di assistenza, il fondo per la non autosufficienza. Non viene neanche finanziato il Fondo servizi prima infanzia.

Preoccupano in modo particolare, poi, i tagli che sarebbero imposti agli Enti locali: 24 miliardi di euro in tre anni, che finirebbero per pesare in modo considerevole sull?entità e sulla qualità di fondamentali servizi offerti sul territorio ai cittadini, specie a quelli più poveri o che devono fronteggiare problemi rilevanti.

Se a tutto questo aggiungiamo i tagli da poco annunciati al Fondo sulla violenza contro le donne, al Fondo solidarietà mutui prima casa, al Fondo per l?inclusione sociale immigrati ? decisi per coprire il taglio dell?Ici e la detassazione degli straordinari ? ci si rende conto che la tutela di essenziali diritti dei cittadini è oggi a rischio come non mai.

Il Cnca si augura che, sotto la pressione anche delle organizzazioni di terzo settore, il Governo riveda le proprie intenzioni e decida di costruire le condizioni per un benessere sociale ed economico ampiamente diffuso e non concentrato nelle mani di pochi.


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