Politica

Governo. Berlusconi vuole un “rimpasto lampo”

Il premier vuole procecede in tempi brevi a un "rimpasto" ridotto all'osso. Baccini (Udc), Gobbo (Lega) e molti esponenti azzurri tra i papabili a ministri e sottosegretari vacanti

di Ettore Colombo

Silvio Berlusconi procedera’ in tempi brevi (entro la fine del mese) ad un piccolo, piccolissimo ”rimpasto” che – dicono in Forza Italia – sara’ ridotto all’osso. L’intenzione del premier, ribadita ai suoi collaboratori in diverse occasioni, e’ infatti quella di muovere solo le pedine indispensabili per non alterare l’equilibrio interno conquistato a fatica dopo oltre un anno di veleni. Tanto piu’, si sottolinea tra gli azzurri, che la Cdl ha riconquistato consensi, in questa ultima fase post-riconciliazione, risalendo nei sondaggi (ha pesato anche la felice conclusione del rapimento delle Simone e la concordia nazionale registrata in quel frangente, e che ancora non e’ del tutto tramontata). Se fosse possibile, quindi, Berlusconi non toccherebbe nulla, essendo riuscito a superare senza pericolosi strascichi la successione di Tremonti e quella di Bossi. Ma una improvvisa accelerazione al mini-rimpasto l’ha data oggi proprio Rocco Buttiglione che da Bruxelles ha ufficializzato in qualche modo il suo addio al ministero delle Politiche comunitarie, confermando di avere scritto una lettera di dimissioni al presidente del Consiglio in vista del suo nuovo incarico di commissario europeo che partira’ dal primo novembre. Tra l’altro Buttiglione ha auspicato una sua rapida sostituzione (com’e’ noto, il candidato ad occupare la sua poltrona e’ il collega centrista Mario Baccini, attuale sottosegretario agli Esteri, a ‘bagnomaria’ gia’ da diverso tempo). Una sortita, quella di Buttiglione, che potrebbe aver sorpreso il premier che lo aveva pregato di allungare il piu’ possibile i tempi della sua uscita ufficiale dal governo proprio per affrontare la questione il piu’ tardi possibile (almeno quando fosse gia’ chiusa la questione delle riforme), forse con la segreta speranza di guadagnare tempo anche per convincere infine il riottoso Follini a entrare nell’esecutivo. Se pero’ il segretario dell’Udc, come sembra, non si fara’ persuaderee, i movimenti governativi saranno limitati alla staffetta Buttiglione-Baccini, con il siciliano Giuseppe Drago (sempre Udc) che dovrebbe andare a occupare la sedia di sottosegretario agli Esteri lasciata libera dal collega di partito. Al massimo si ipotizza la trasformazione del Commercio con l’Estero in ministero e quindi l’automatica ”promozione” di Adolfo Urso (An). Dalle parti di palazzo Grazioli si ragiona invece su qualche movimento in piu’ a livello di sottosegretari per colmare i vuoti che si sono creati in questi tre anni e mezzo. Un’occasione anche per ricollocare alcuni azzurri nell’ambito dell’operazione di restyling del partito che pero’ al momento appare ancora congelata dopo il vespaio di polemiche interne dei mesi scorsi. Tra i nomi che circolano per il ruolo di sottosegretario (sono ‘libere’ le caselle dell’Interno, dei Beni culturali, delle Infrastrutture, delle Attivita’ produttive, del Welfare) ci sono quelli degli azzurri Cicchitto, Bartolini, Colli, Bettamio, Napoli. Ma anche quello del leghista Gobbo (gira voce che Berlusconi nell’incontro con Bossi gli avrebbe garantito l’ingresso del suo deputato al governo come sottosegretario, quale ricompensa per la mancata elezione a Strasburgo). Resta un punto fermo per Berlusconi: quello di procedere comunque all’interno di Forza Italia alla applicazione del principio della incompatibilita’ tra incarichi di partito, di governo e parlamentari (mentre e’ in forse il limite del mandato di tre anni per i coordinatori regionali). Cosi’ restano in bilico gli incarichi ”regionali” di Romani (Lombardia), Tajani (Lazio), Martusciello (Campania), Mazzaracchio (Puglia) e Micciche’ (Sicilia). Per alcuni di questi pero’ Berlusconi avrebbe in mente gia’ una collocazione. Nell’ambito della riorganizzazione del partito si ipotizza una nuova figura, quella di responsabile per aree geografiche (gia’ ribattezzato supercoordinatore). Cosi’ per il Nord si fa il nome di Romani, per il Centro quello di Tajani e per il Sud-Isole Micciche’.

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