Volontariato

Governo al rilancio del settore difesa

Un'ampia analisi sul sito di Unimondo ricorda che l'Italia è stata la prima fornitrice di armi al Libano tra il 2000 e il 2004

di Redazione

Un ampio approfondimento sui “primi passi” dei rappresentanti del governo e dei neo eletti parlamentari in tema di investimenti sulla difesa è stato affrontato nei giorni scorsi da Giorgio Beretta su Unimondo, nel commento “Tagli alla Difesa? Quando i lupi…” (www.unimondo.org). In tempi così delicati per l’equilibrio internazionale, la direzione del governo è per un rilancio delle risorse al comparto della difesa. Lo dimostrano, come spiega dettagliatamente Beretta, gli interventi del sottosegretario alla Difesa, Lorenzo Forcieri e del presidente della commissione Difesa del Senato Sergio De Gregorio. Il primo, in occasione del Salone areospaziale di Farnborough, ha detto che “le risorse destinate alla Difesa vanno aumentate da subito con l’obiettivo di portale all’1% del Pil entro la fine della legislatura”. Il secondo, invece, ha lamentato che “in un momento in cui la professionalità è il prodotto italiano nel settore della Difesa vincono nel mondo grazie alle commesse di Finmeccanica, in Italia non solo non c’è spazio per nuovi investimenti e per lo sviluppo di nuove tecnologie, ma non c’è nemmeno il rispetto dei contratti pluriennali già sottoscritti e che languono da tempo in qualche cassetto”. Il business delle armi in Italia non si fermerà, insomma, c’è da stare tranquilli. E Beretta chiude il suo approfondimento riportando un dato impressionante, di questi tempi. “E’ proprio di questi giorni, infatti, la notizia che l’Italia è stata la prima fornitrice di armi al Libano tra il 2000 e il 2004, e, dopo Russia e Cina, è il maggior esportatore di materiali bellici in Medio Oriente. I clienti preferiti del nostro Paese sono soprattutto la Siria, rifornita per oltre 20 milioni di dollari, e il Libano, a cui sono andate armi per 13,8 milioni. Le esportazioni italiane a Damasco hanno riguardato parti e accessori di mirini telescopici per carri armati, prodotte da Galileo Avionica, la società controllata da Selex Sensors and Airborne Systems (Finmeccanica 75%, Bae Systems 25%). Nel caso del Libano, invece, le vendite sono state di armi leggere e munizioni.


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