Non profit

Governo a un passo dal baratro

È la giornata più critica per l'esecutivo Berlusconi

di Lorenzo Alvaro

La maggioranza perde pezzi e fibrilla più che mai. Tensione alle stelle tra Berlusconi e Tremonti, voci di transfughi e consultazioni “informali” del Quirinale. sembra partito il count-down per il governo Berlusconi

In rassegna stampa anche:
MILANO
LIBERIA
INTEGRALISMO
G20

 

“Lite nel governo, misure senza decreto”, titola a tutta pagina il CORRIERE DELLA SERA. “Tensione con Tremonti. L’ira di Calderoli: «Serviva una terapia d’urto». Le obiezioni di Napolitano all’ipotesi di un provvedimento d’urgenza. Incontri al Quirinale con PD e Terzo polo”. Nella giornata più critica per il governo italiano, la maggioranza è a forte rischio sfaldamento. La seduta di ieri sera da cui è uscito un maxiemendamento alla manovra da presentare alla Ue, è stata più l’ennesimo redde rationem all’interno del Pdl e tra alleati. “Premier-Tremonti, scontro totale. Tutti accusano il superministro”: la non sopportazione nei confronti di Tremonti sembra essere ormai arrivata al limite, e questo è il primo fronte aperto. Secondo fronte, la Lega, che dopo l’arroccamento sulla questione pensioni continua a giocare in proprio, senza dare una sponda certa al premier. Infine, ennesimo subbuglio interno al Pdl, con un’altra lettera dai “ribelli” (Antonione, Bertolini, Destro, Gava, Pittelli, Stracquadanio) pubblicata a p. 9 del Corriere, in cui chiedono senza mezzi termini a Berlusconi di dimettersi. Intanto, sul Colle Napolitano ha incontrato Pd e Terzo polo in una sorta di pre-consultazione, mentre per oggi è previsto l’incontro con Alfano e la delegazione Pdl, e con quella della Lega.

LA REPUBBLICA apre con un “Niente decreto, governo in agonia” richiamando nel sommario la “Lettera di 6 deputati Pdl a Berlusconi: maggioranza più larga o devi lasciare”. Niente prelievo forzoso, Ici o patrimoniale: solo un maxiemendamento in cui liberalizzazioni, privatizzazioni, semplificazioni, dismissioni e piano per il Sud somigliano più che a scelte ad auspici. «Il menù del piano anticrisi è sempre lo stesso… Si tratta in pratica di “cento cose a costo zero”», scrive Valentina Conte. C’è un piano lavoro ma senza licenziamenti facili: in compenso però sono aumentate le aliquote contributive di co.co.pro e co.co.co. Insomma meno che un topolino partorito da una montagna che sta accasciandosi su se stessa: ieri in attesa del Consiglio dei ministri sono corse voci in ogni direzione, con ministri che smentivano colleghi, contribuendo così a fare chiarezza. Nel suo retroscena Francesco Bei sottolinea che Napolitano avrebbe bloccato il decreto perché troppo farcito («un decreto sulla materia economica va bene ma non potete fare un carrozzone») e che la tensione tra il cavaliere e Tremonti è ormai alle stelle. Con il primo che sospetta e avverte («se cado io si va alle elezioni») e il secondo che recrimina: «se mi aveste lasciato fare il mio lavoro, senza mettermi i bastoni fra le ruote, oggi forse non ci troveremmo in questa situazione». Lamentela cui prontamente il battutista Berlusconi ha replicato: «se mi avessero fatto fare il presidente del Consiglio, senza mettermi i bastoni fra le ruote, oggi forse tu non saresti ministro dell’Economia». Insomma, grandi prove di maturità da parte dell’esecutivo che oltre tutto deve fare i conti con la fronda Pdl. Che torna a chiedere una «svolta». Persino il fedelissimo Paniz ipotizza ormai che Berlusconi potrebbe farsi da parte mentre Bossi se ne lava le mani: «Io di farsi da parte a Berlusconi gliel’ho chiesto, ma lui non ne vuole sapere. Dice che non vuole fare la fine di Craxi, che ha paura dei giudici e per le sue aziende… Sarà il Pdl a buttarlo giù, noi non ci sporchiamo le mani». Intanto però Napolitano avvia consultazioni informali con i partiti e alle opposizioni non chiede di sostenere Silvio. Un fatto nuovo apprezzato da Pd e da Udc (con Casini che dice: «la crisi economica e la questione personale del premier sono due problemi che vanno risolti insieme»). Spunta così l’ipotesi di un governo del presidente, nel quale potrebbero entrare i leader di tutte le formazioni politiche. Ormai, secondo Massimo Giannini, siamo alla fine: “Il cavaliere all’ultimo atto” è il titolo del suo commento.

Basta dare un’occhiata alla prima pagina de IL SOLE 24 ORE per capire qual è il giudizio del quotidiano degli industriali sul maxiemendamento approvato ieri: «Misure anticrisi, solo un minipiano», è il titolo d’apertura, con sottotitolo: «Non ci sono pensioni e mercato del lavoro, la maggioranza perde i pezzi». Segue un infografico con le misure decise, che sono quattro: 1) piano dismissioni da 60 miliardi 2) riforma degli ordini professionali con abolizione delle tariffe minime e “liberalizzazione” del mercato 3) finanziamento di infrastrutture tramite defiscalizzazione Ires e Irap 4) no alle concessioni facili nei servizi pubblici locali e spazio alla libera concorrenza tra operatori. Il giudizio complessivo, già chiaro dai titoli, è demandato a Guido Gentili in un commento intitolato «A Cannes a mani (quasi) vuote»: al G20 – scrive Gentili – Berlusconi avrebbe dovuto presentare un testo di legge, ma «non ce l’ha fatta», e invece di un decreto ha prodotto un maxiemendamento. Male, perché «la forma, in questo caso, è sostanza prima ancora dei suoi contenuti», nota il SOLE, e così il premier avrà «un veicolo leggero» con il quale « atterra oggi a Cannes armato più di parole che di numeri convincenti». Allarmata e allarmante la conclusione: «sui mercati ci attendono così giorni tremendi. Gli oltre dieci giorni che ci separano dall’approvazione della legge di stabilità sono un tempo infinito in un’Europa dilaniata dalla crisi. L’Italia, oggi più che mai, è in pericolo».

“Misure anticrisi, avanti a fatica” per LA STAMPA in prima pagina. «Sì a liberalizzazioni delle professioni e vendita di edifici pubblici» sintetizza nell’occhiello il quotidiano di Torino, «Esclusi i prelievi sui conti correnti. Nuova lite Berlusconi-Tremonti». All’apertura del G20, secondo l’editoriale di Luigi La Spina, il nostro Paese sembra muoversi su due piani diversi: un governo che cerca affannosamente di presentarsi al vertice di Cannes con qualche impegno che dimostri la sua capacità di affrontare una situazione drammatica. Dall’altra parte il Capo dello stato, «l’unica figura rispettata e autorevole riconosciuta dalla comunità internazionale», guarda al dopo-Berlusconi. “Resa dei conti a giorni. Ipotesi di voto a gennaio” titola il “Retroscena” a pagina 5 di Ugo Magri, che scrive che una decina di deputati Pdl sarebbero pronti a votare contro il governo.

AVVENIRE bypartisan: a pagina 2 mette in risalto le opposizioni che dicono «Pronti a governare, ma via il premier» e a pag.3 la sfida di Berlusconi: «Senza di me c’è il voto». Super partes il Quirinale deluso. È Angelo Picariello che nota: «Per Giorgio Napolitano la termine di un’altra giornata di febbrili consultazioni con tutti i partiti il bilancio  della personale verifica si rivela deludente. Napolitano ha preso atto di una  posizione assolutamente compatta stavolta di Pd e Terzo polo volta a negare il sostegno a qualsiasi misura proposta dal governo se non accmpagnata dalla contestuale promessa, quantomeno, del passo indietro.  Di nomi alternativi non si è parlato ma restano i soliti: Gianni Letta se Berlusconi desse il via libera  o Mario Monti  se la soluzione fosse subita dal Pdl, ma sostenuta  da ampi settori della maggioranza.  Un piano B che il Quirinale coltiva riservatamente mantenendo il ruolo di arbitro , ma ben consapevole che un quadro del genere sul piano internazionale non può consentire un metodo da “sfiducia  costruttiva”. Il Quirinale continua a chiedere alle Opposizioni: poi votereste una riforma del mercato del lavoro come la chiede l’Europa? Sareste disposti  a intervenie sulle pensioni?. Il piano A e quello B continuano a fronteggiarsi in attesa che un nuovo confronto d’aula con Berlusconi che sembra stavolta davvero appeso a un filo».

Tra Cannes e Roma, su questa direttrice si muove oggi IL MANIFESTO che apre con un titolo  molto eloquente: “La battaglia di Cannes” e un sommario: “Oggi al summit del G20 i capi di stato e di governo cercano la soluzione al capezzale dell’Europa. L’Italia si presenta al vertice con provvedimenti di facciata decisi dal governo dopo una notte di lunghi coltelli e una giornata di forte tensione con il Quirinale contrario al decreto” che riassume i temi cui sono dedicate le prima quattro pagine del giornale (dalla 2 alla 5). Nell’editoriale a firma di Giulio Marcon “Economia virtuale” si legge: «Nell’aprile scorso Tremonti aveva affermato con rara preveggenza che nel 2011 l’Italia si sarebbe limitata a fare la “manutenzione dei conti pubblici” e che non sarebbero servite nuove manovre finanziarie. Nel frattempo la “manutenzione” si sta trasformando in continui e permanenti interventi di emergenza di fronte allo sfascio dell’economia, delle condizioni sociali del paese e della finanza pubblica. Ma fino a oggi, dell’economia e dei problemi sociali il governo non si è occupato. E sulla finanza pubblica ha messo toppe, alcune solo virtuali (…)» e ancora: «L’ostinazione insistita dal governo fino a oggi nel non andare a prendere i soldi là dove ci sono e da dove sarebbe giusto uscissero fuori (patrimoni, rendite, evasione, grandi ricchezze) e a non tagliare la spesa pubblica dove si potrebbe fare (ad esempio dimezzando i 20 miliardi di spese militari del nostro paese) è pari solo alla totale inazione di fronte all’urgenza del rilancio dell’economia e della difesa dei redditi (…)» Marcon annuncia anche la presentazione oggi al Senato da parte di Sbilanciamoci e dellala campagna I diritti alzano la voce del “libro nero sul Welfare”. Marcon conclude poi affermando che il governo italiano: «(…) per il bene dell’Italia – e dell’Europa – è meglio che se ne vada a casa il prima possibile». Alle pagine 2 e 3 che si aprono con il titolo “Un fantasma si aggira per l’Europa” è dedicato alle fibrillazioni della maggioranza: “Muro contro muro nel governo sul decreto europeo. Colle e Economia frenano il blitz del premier. Alfano: «Dobbiamo resistere fino a Natale, poi si va al voto». Peones nel panico: raccolta firme contro Berlusconi per tirare a campare un altro po’” si legge nel sommario, mentre si sottolinea la “Nottataccia a Palazzo Chigi, il consiglio dei ministri viene interrotto, il ministro dell’economia si mette di traverso e blocca il cavaliere”. Sempre in queste pagine i box sono dedicati alle consultazioni del Colle, allo stop di Tremonti al decreto legge, a: “Il governo si squaglia E al senato scoppia il caos” nell’articolo si legge: «Incapace di decidere, il governo ha sostanzialmente disertato i lavori di tutte le commissioni d Palazzo Madama (..)». Agli scenari è dedicato il commento di Francesco Indovina che nell’articolo “A questo punto è necessario il fallimento” scrive: «Diciamolo, forse è venuto il tempo, ma manca ancora il coraggio, l’intelligenza e la forza per cominciare a studiare e a predisporre i mezzi per fallire. L’illusione che la creazione di una improbabile fiducia avrebbe scoraggiato la speculazione si è dimostrata, appunto, una illusione. Il cane ha addentato l’osso e non lo molla, qualsiasi cosa faccia (…)» e conclude «Berlusconi e il suo governo vanno benissimo alla speculazione. È una verità  banale dire che i governi non li fanno i mercati è una enorme e spregiudicata posizione. Cacciare Berlusconi e il suo governo e preparare il fallimento sono strade obbligate per salvare il paese e rispondere alle aspettative di milioni di noi».

IL GIORNALE apre in prima col titolone “La notte dei traditori”. L’attenzione è puntata sui dissidenti del Pdl che hanno presentato una lettera anti-premier. L’editoriale è di Vittorio Feltri che titola “Se nel mirino finisce solo il Cavaliere”.. Adalberto Signore all’interno conferma le posizioni del Presidente del Cosiglio con il suo “Silvio è sicuro: o me o elezioni domani”. Spazio anche al Quirinale, Massimiliano Scafi firma “Consultazioni fallite: Napolitano certifica che non c’è alternativa”. 

Per ITALIA OGGI un governo di salute pubblica sarebbe peggio di quello attuale. È la tesi che Massimo Tosi sostiene nel pezzo “La maggioranza dilaniata si trasforma in paralizzata“ a pag 2. «Provate a pensare a un gabinetto di salute pubblica nel quale  si trovino insieme con Tremonti e Brunetta anche Bersani, Di Pietro e Casini, con il contorno di Bonanni, della Camuso e della Marcegaglia. Chiunque si trovasse a esercitare il ruolo di primo ministro sarebbe destinato  nel giro di pochi giorni, a gettare la spugna». La cronaca della convulsa giornata di ieri è invece nel pezzo “Berlusconi verso l’ultimo atto”. Oltre agli intrighi di palazzo, il pezzo dedica ampio spazio alla bozza del maxiemandamento. «Nel momento in cui Italia Oggi l’ha consultata» si legge le pezzo «era costituta da 71 pagine». Il pezzo mette in evidenza le voci relative  alla liberalizzazione del trasporto pubblico, la riforma delle attività economiche e le norme sulle infrastrutture. A pag 5, un’ intervista a Giulio Sapelli. Oltre alcune ricette per l’economia, l’economista fa il tifo per una ricomposizione dei rapporti tra Berlusconi e Tremonti. «Nessuno si fiderebbe» dice Sapelli «delle promesse di un governo diviso».

E inoltre sui giornali di oggi:

MILANO
IL SOLE 24 ORE – È arrivata ieri giornata più attesa del processo dei derivati di Milano, con la testimonianza dei due ex sindaci: Gabriele Albertini (primo cittadino per due mandati fino al 2006) e Letizia Moratti (in carica  fino allo scorso maggio). Sul banco degli imputati ci sono 4 istituti bancari internazionali: Deutsche Bank, Jp Morgan, Ubs e Depfa Bank; l’accusa è di truffa aggravata ai danni dell’amministrazione comunale, che si sarebbe ritrovata a sborsare a favore delle banche 100 milioni di commissioni occulte. Quello di Milano è il primo processo penale al mondo che vede le banche imputate per aver introdotto nella pubblica amministrazione degli swap su operazioni finanziarie. Palese la diversa impostazione e pensiero dei due ex sindaci: Albertini difende l’operato della sua giunta; Moratti ritiene che sia stata compiuta una truffa, di cui si sarebbe accorta con ritardo cercando di porvi rimedio. Per il processo sui derivati è ora corsa contro il tempo: la prescrizione è prevista per il 2012. Anche se i vertici di Palazzo Marino, che dalle banche si aspettano la restituzione dei 100 milioni di costi occulti, si dicono ottimisti.

LIBERIA
AVVENIRE- Intervista alla scrittrice Agnes Fallah Kamara Umunna  in occasione della pubblicazione del libro “Il gioco dei sogni ritrovati” che raccoglie le testimonianze dei bambini soldato. L’autrice è famosa perché dopo un esilio forzato torna e da Radio Liberia, finanziata dall’Onu, dà voce a vittime e carnefici  durante la trasmissione “Direttamente dal cuore”.

INTEGRALISMO
IL MANIFESTO – Un’intera pagina è dedicata agli integralismi, l’apertura è sull’attentato incendiario alla sede del Chalie Hebdo a Parigi. “Clima acceso a Parigi, dalle molotov contro il giornale satirico dedicato alla sharia alla furia dei cattolici che contestano lo spettacolo della Raffaello Sanzio. E a Tunisi si rivedono i barbuti” “Maometto incendiario non fa più ridere” titola l’articolo principale” mentre un ampio box si sposta dalla Francia alla Tunisia con un reportage “Studenti aggrediti e niqab imposto alle universitarie” spiega l’occhiello all’articolo intitolato “Le donne, prima vittime della follia salafita. In Tunisia attacco ai diritti”. Guliana Sgrena che firma l’articolo, dopo aver raccontato di alcune aggressioni soprattutto verbali e di una manifestazione di donne, osserva: «A impressionare nella piazza è l’aggressività degli uomini, giovani e meno giovani, che osservano le donne. Uno di loro trascina una donna anziana velata verso le manifestanti e urla “questa è una vera tunisina, voi non siete tunisine”. In questi giorni abbiamo potuto verificare che la vittoria di En-naha è innanzitutto una vendetta dei maschi contro le donne. Molti maschi parlano delle donne come se fossero tutte depravate, profittatrici, che fanno quello che vogliono (…)»

G20
LA STAMPA – “Tocca a Berlino salvare l’Europa”. Obama sbarcherà oggi sulla Costa Azzurra per il vertice di Cannes e proverà a convincere Angela Merkel ad accettare un ruolo maggiore della Bce a sostegno dell’euro per scongiurare lo scenario di un’Europa salvata dai cinesi, scrive a pagina 12 l’inviato al G20 Molinari. Il vertice delle principali economie del pianeta che si apre oggi in Francia è sotto il cappello “La crisi” nelle pagine dedicate oggi da LA STAMPA. Il contro-vertice si terrà a 30 chilometri di distanza: ai gruppi anti-sistema è stato permesso di protestare solo a Nizza, dentro un quartiere periferico blindato per l’occasione, sempre più lontano dai “potenti della terra”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA