Territori
Governare insieme: quei 1.171 patti fra cittadini e Pubblica amministrazione
Anticipazione del rapporto Labsus sull'amministrazione condivisa: il Sud cresce più del Nord. Il Terzo settore? Deve imparare a fare rete. Il presidente di Labsus Pasquale Bonasora: «Un elemento su cui ragionare è che i patti sottoscritti dalle associazioni nel tempo restano circoscritti alla stessa associazione. Non promuovono nuove alleanze, forse a causa di una disponibilità ancora bassa a superare la “logica competitiva”»

Quello che emerge chiaro è che gli obiettivi dell’Agenda 2030 o gli indici del Benessere equo e sostenibile-Bes sono raggiungibili solo se si costruiscono le alleanze tra la governance pubblica, i cittadini, singoli e associati, e il Terzo settore. In continuità con il lavoro fatto negli ultimi dieci anni, Labsus-Laboratorio per la sussidiarietà pubblica il “Rapporto 2024” su dati 2023 che contiene un’analisi quantitativa dello stato dell’arte dei patti di collaborazione che sarà presentato in occasione del Festival dell’Amministrazione Condivisa dei Beni Comuni che si terrà ad Assisi dal 27 al 29 marzo.
Il team di Labsus, guidato dalle curatrici Daniela Ciaffi, Sara Cavaliere, Marcella Iannuzzi, Giulia Marra ed Emanuela Saporito, è stato arricchito quest’anno da esperti di diverse aree di competenza: dalla sociologia urbana al diritto, dal management delle organizzazioni all’archeologia.
I ricercatori hanno analizzato 71 comuni che hanno dato vita a 1.115 patti di collaborazione di cui è stato possibile leggere il testo online. Per ciascun patto sono stati raccolti i dati relativi:
- ai soggetti coinvolti
- alle aree di intervento interessate dai patti, principali e secondarie
- alla tipologia dei beni interessati (materiali, immateriali, digitali)
- ai luoghi interessati dalle attività del patto
- alle misure di sostegno da parte dell’amministrazione comunale
- alle attività svolte dal patto
- alla durata di ciascun patto.
Il punto di partenza è l’adozione, da parte di un Comune, del “Regolamento per l’amministrazione condivisa” al quale devono, però, seguire azioni concrete di stipula di “patti di collaborazione” per la gestione dei beni comuni con il Terzo settore oppure con cittadini, singoli o uniti in gruppi informali. Secondo i dati Labsus, i Comuni che hanno approvato un regolamento nel corso di questi anni risultano 316, distribuiti su tutto il territorio nazionale (ma come detto solo di 71 sono rinvenibili i testi su internet).
«Il dato è certamente sottostimato perché per il rapporto elaboriamo un’analisi online o proveniente dalla nostra attività di accompagnamento dei Comuni. Nel corso degli ultimi tre anni, in Italia la pratica dell’amministrazione condivisa si è estesa: diversi comuni in particolare del Sud e del Centro hanno adottato il regolamento e stipulato dei patti di collaborazione anche se non sempre aggiornano i dati sui siti istituzionali. Altra criticità è legata a quei Comuni che restano “silenti”: adottano, cioè, il regolamento, ma in pratica non lo attuano», spiega Pasquale Bonasora, presidente di Labsus.


La classifica dei Comuni italiani? Per numero di patti stipulati spiccano: Genova (264), Bologna (94), Verona (93), Livorno (69) e Brescia (52). Il numero di associazioni che sottoscrivono patti di collaborazione, nel 2023 segna un 4% in più rispetto al 2021.
«Un elemento su cui ragionare, però, è che i patti sottoscritti dalle associazioni nel tempo restano circoscritti alla stessa associazione. Non promuovono nuove alleanze, forse a causa di una disponibilità ancora bassa a superare la “logica competitiva”. Il ruolo percepito di “supplenza” del Terzo settore rispetto alla pubblica amministrazione ha bisogno di essere elaborato e superato anche attraverso un processo culturale che sappia utilizzare gli strumenti collaborativi in una logica realmente orizzontale che possa bilanciare la tendenza delle istituzioni ad utilizzare l’amministrazione condivisa dentro logiche tradizionali e verticali», prosegue Bonasora.
Questa riflessione è confermata dal dato che rivela come, spesso, i patti vedano un solo soggetto firmatario insieme al Comune e questo «ci fa presumere che si dia ancora poco spazio ai patti complessi e plurali: un unico firmatario non va nella direzione di promuovere alleanze generative e così facilitare l’apertura al territorio, finendo per limitare le potenzialità dello strumento», scrivono i ricercatori.
Rispetto ai risultati del Rapporto 2021, in quello 2024 si registra una diminuzione di patti all’interno di comuni sotto i 5mila abitanti su cui incide probabilmente il recente raggruppamento di piccoli comuni in Unioni. Nel report si trovano anche tutti i numeri dei Comuni per fascia di densità demografica. Cresce il numero dei Comuni che istituiscono un ufficio apposito per la gestione delle procedure relative alla coprogettazione e alla sottoscrizione dei patti di collaborazione.
«Oggi però dovremmo ragionare in termini di “funzione amministrativa” perché abbiamo un numero elevato di strumenti collaborativi e dovrebbe esserci, di conseguenza, una regia unica che lavora su questi processi. Questo eviterebbe di considerarli “residuali” nella definizione delle scelte strategiche della pubblica amministrazione». Ma questo implica un rovesciamento di paradigma e l’elaborazione di una nuova cultura politica e amministrativa.
Nel modello “verticale”, infatti, il detentore del potere determina le scelte e gestisce i bisogni, mentre è il modello orizzontale, ovvero l’amministrazione condivisa, «la prospettiva alla quale guardare per “liberare” le energie di cui ogni comunità è ricca», conclude il presidente di Labsus.
Foto in apertura: Partecipanti ai percorsi di trekking alla scoperta delle sorgenti nell’ambito del Patto di collaborazione Cittadella delle associazioni Santo Stefano Quisquina (AG) – foto: Elisa Chillura
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.