Famiglia

Governare il caos

Il sottosegretario Albertina Sogliani lascia (con rimpianto). Il nuovo, la senatrice Rocchi, si sta informando.L’ispettore Neri: «Manterremo le promesse.Ma abbiate pazienza»

di Redazione

Il ragazzo che le ha cambiato la vita si chiamava Michele. Era un bambino down di sei anni iscritto nella prima elementare in cui ha cominciato la sua carriera di maestra, quando gli insegnanti di sostegno non esistevano neppure e i ragazzi con handicap erano considerati poco meno di una disgrazia. Lei, Albertina Sogliani, si è innamorata di Michele, delle sue difficoltà ma anche della sua voglia di essere come gli altri. E ha cominciato a intuire che il futuro di Michele, come quello di tutti gli altri alunni con problemi, poteva dipendere anche da lei. Così quando si è ritrovata a fare da sottosegretario alla Pubblica Istruzione con delega alle problematiche dell?handicap la professoressa Sogliani si è messa subito al lavoro. Con tre obiettivi: «Primo», elenca, «I bambini disabili devono stare nelle scuole di tutti. Le scuole speciali non devono esistere. Secondo, l?autonomia che pure è preziosissima non deve andare a scapito della programmazione specifica e personalizzata per i portatori di handicap. Terzo, il personale docente deve avere tutta la preparazione necessaria, quindi non generica ma specifica, che serve per stare vicino a chi ha difficoltà di apprendimento». Adesso la professoressa Sogliani non è più sottosegretario («mi riposerò» ci ha detto) e per molti componenti dell?Osservatorio sull?handicap del ministero questa è una grave perdita. Anche perché tutto il settore – delicatissimo – è in piena riorganizzazione, sebbene non sia cambiato il ministro. La senatrice Carla Rocchi, titolare della delega sull?handicap da sette giorni, è in pieno turbine da riunioni preparatorie. A chi rivolgere dunque le perplessità del mondo associativo e dei genitori di alunni disabili? Ne abbiamo parlato con Sergio Neri, ispettore ministeriale, ex direttore di un Istituto Cottolengo e vicepresidente dell?Osservatorio. «Capisco le proteste di alunni, associazioni e genitori», afferma, «perché in effetti molte promesse fatte negli ultimi anni non sono state mantenute. Ma bisogna dire che non sempre i comportamenti dei nostri interlocutori sono stati corretti». A cosa si riferisce? «Ad alcuni settori degli insegnanti precari, ad esempio» risponde Sergio Neri. «Negli ultimi due anni abbiamo assistito a un aumento vertignoso e ingiustificato delle certificazioni di disabilità, dettate probabilmente non da un aumento dei ragazzi con problemi ma dalla necessità di collocare molti insegnanti disoccupati nei posti di sostegno. Questo è inaccettabile. Abbiamo quindi cercato di ovviare alla situazione con le nuove norme che identificano un posto di insegnante di sostegno ogni 138 alunni». Una norma che però può creare qualche problema alle scuole in cui i disabili siano molti… «È vero, ma abbiamo anche previsto numerosa deroghe, ben 33 ad altrettante provincie, per assumere docenti in più. Poi è chiaro che se si chiedono 24 ore di sostegno su 27 non si vuole fare del sostegno ma un?attività di babysitter, e ciò vuol dire che i professori non di sostegno vogliono scaricare le responsabilità. Guardi che non sono casi isolati…». Che cosa fa o farà il ministero per l?integrazione? «Due cose urgenti: immettere in ruolo il maggior numero possibile di insegnanti di sostegno per evitare fastidiosi turnover; potenziare i percorsi scuola-lavoro diretti anche ai disabili per cui sono già stati stanziati oltre 500 miliardi». E sull?autonomia? «Sono allo studio gli standard di qualità sull?integrazione per aiutare i presidi a spendere i finanziamenti in questa direzione». Quindi bisognerà aspettare. Ma i disabili gravissimi, che non possono muoversi di casa? «È un tema che ci sta a cuore. Per loro dovremo sfruttare le potenzialità della teledidattica che le nuove tecnologie mettono a nostra disposizione. Anche qui ci vorrà del tempo, ma siamo ottimisti».


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