Politica
Gori: «La proposta del Governo sul riordino dei giochi ha aspetti positivi»
Per il sindaco di Bergamo, che a dicembre aveva duramente criticato il piano di riordino del settore, il Governo ha accolto le critiche e fatto passi avanti. Ecco quali
di Marco Dotti
Il testo presentato dal Governo alla Conferenza Stato Regioni, per il riordino della rete di vendita dei prodotti dell'azzardo, «ha un impianto positivo». A dichiararlo è Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, a margine della Conferenza che ha rimandato la decisione a giovedì prossimo.
Gori invita a non guardare solo le ombre, ma anche i passi in avanti compiuti in questi mesi grazie alle spinte degli Enti locali e della società civile. Tra i punti positivi, «sui quali si può ancora lavorare per migliorarli», il sindaco Gori rileva soprattutto quello legato ai punti di gioco.
«Se a dicembre (quando proprio Gori lanciò un allarme molto forte, ndr) si discuteva ancora, unicamente, sul tema della riduzione delle slot machine, oggi si è capito che la riduzione del parco macchine da sola non basta». Questo dichiara a Vita Giorgio Gori.
Oggi, se le agenzie di gioco, scommesse e quant'altro sono circa 26mila, «con questo piano di dismissione pensiamo di arrivare ad averne non più di 18mila sul territorio. Sarebbe un primo, importante risultato». Con la richiesta di requisiti specifici, inoltre, Gori ritiene che «potranno sparire quasi integralmente le slot dai luoghi di prossimità come bar e tabaccherie, riducendo pertanto la possibilità di cadere in queste trappole che, a oggi, sono accessibili senza alcuna soglia».
Sulle sale dove l'offerta si concentrerebbe, Giorgio Gori spiega che sono allo studio dei parametri di densità. E sulle fasce orarie? «Abbiamo già ottenuto che restino in vigore a discrezione dei sindaci. È previsto che queste sale restino aperte minimo 8 ore, ma un sindaco potrà decidere che quelle ore siano più che sufficienti. A Bergamo questo provvedimento non intaccherà affatto le disposizioni anti azzardo che abbiamo già adottato».
E sulle distanze dai luoghi sensibili? «Ecco, qui si deve ancora lavorare. Ma oggi il Governo ha capito che ci devono essere».
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