Mondo

Google Maps, un mondo accessibile per chi è in sedia a rotelle

Sasha Blair-Goldensohn, ingegnere di Google in carrozzella in seguito a un incidente, ha lanciato un progetto diventato mondiale, e iniziato a New York, la sua città, per mappare luoghi e strade adatti a persone con disabilità. Ora, grazie a una consolidata collaborazione con 120 milioni di utenti ai quattro angoli del pianeta, un gigantesco lavoro di crowdfunding, Blair-Goldensohn e i colleghi del suo team hanno mappato più di 50 milioni di posti al mondo

di Cristina Barbetta

«Più di 65 milioni di persone in tutto il mondo sono su una sedia a rotelle. Sono diventato uno di loro anch’io dopo un incidente nel 2009, e ho scoperto che cosa significhi andare in giro nel mondo su 4 ruote», spiega Sasha Blair-Goldensohn, da 13 anni ingegnere software di Google a New York.

A luglio 2009, mentre come ogni mattina attraversava Central Park per andare al lavoro, un ramo secco di un albero si è staccato e gli è caduto in testa. «Dopo sette mesi in ospedale (..) mi sono reso conto che sarei stato su una carrozzina per tutta la mia vita- e che la mia esperienza di newyorkese, nato e cresciuto a New York, sarebbe cambiata per sempre», spiega Blair-Goldensohn, in un recente articolo e video pubblicato sul blog di Google: «Infatti la maggior parte della città non è accessibile a persone come me. Meno di una su quattro stazioni della metropolitana di New York ha l’accesso per le sedie a rotelle. E in molti posti, da ristoranti a scuole, non posso neanche entrare. È stato umiliante constatare che queste barriere ci sono sempre state, semplicemente prima dell’incidente non le avevo notate».

Una volta tornato a lavorare a Google come ingegnere nel team di ricerca, nel 2011, decide di lanciare un progetto per sviluppare percorsi accessibili per persone in carrozzella su Google Maps, insieme ai colleghi Rio Akasaka e Dianna Hu, che si uniscono al progetto. Questo lavoro, inizialmente svolto part-time, nel 20% del tempo lavorativo, in base alla famosa politica di Google del “20% time” (che prevede che sia possibile dedicare il 20% del proprio tempo lavorativo a progetti o iniziative che non rientrano nelle proprie mansioni), si è poi trasformato in un progetto con un team full time dedicato all’accessiblità su Google Maps.


Se visiti una città e non vedi nessuno che usa una sedia a rotelle, non significa che quelle persone non ci siano. Significa che quella città non è stata costruita in un modo tale da renderle partecipi delle cose

Sasha Blair-Goldensohn

Sasha Blair-Goldensohn si avvale da molti anni anche dell’importante collaborazione delle local guides, una comunità di 120 milioni di persone in tutto il mondo che scrivono recensioni e rispondono a domande su Google Maps in merito all’accessibilità di luoghi (come negozi, ristoranti e musei).

Ora, grazie al contributo delle local guides, un enorme lavoro di crowdsourcing con miliardi di informazioni provenienti da utenti in tutto il pianeta, Google Maps può fornire dati sull’accessibilità di più di 50 milioni di posti al mondo.

E, come spiega Sasha Blair-Goldensohn, «quando fai qualcosa per aiutare le persone vulnerabili, aiuti l’intera comunità», dai genitori con i passeggini, ai turisti con le valigie, a ragazzi o anziani con le stampelle, ai lavoratori con le consegne…

La funzione “accessibilità in sedia a rotelle” è disponibile anche in Italia. Una volta impostata la ricerca di una destinazione su Google Maps, bisogna selezionare “mezzi pubblici”e quindi cliccare su Opzioni: a questo punto si apre una finestra in cui è possibile selezionare la voce “Accessibile in sedia a rotelle”.

Conclude Sasha Blair-Goldensohn a proposito del progetto di rendere Google Maps accessibile a tutti: «Abbiamo ancora molte cose da fare, e sia che ci arriviamo domani o l’anno prossimo, stiamo facendo progressi. Quello che fa la differenza è che abbiamo degli alleati, delle persone che ci aiutano, ed è questo che ci spinge ad andare avanti».

Foto: Pixabay

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