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God bless Africa

Anteprima. Vita, per questo 2004, ha scelto di potenziare l’informazione e la mobilitazione intorno al destino dell’Africa. L'editoriale del numero di Vita in edicola

di Giuseppe Frangi

Dio Benedica l?Africa. Non è mai bello suggerire a Dio quel che deve fare, come aveva avvertito il grande Mark Twain. Si chiede la benedizione per se stessi, diceva il ?papà? di Tom Sawyer ai suoi connazionali americani, per ottenere la maledizione su qualcun altro. Ma per l?Africa è decisamente un?altra storia: per il continente nero non c?è, purtroppo, un benessere da preservare. C?è una catena di drammi, di dimensioni spaventose, cui non si sa come porre fine: dall?Aids, alle guerre interne, dalla povertà al malgoverno. Gli uomini in questi anni hanno dimostrato di saperci o poterci fare ben boco. E quindi il ricorso a Dio non è davvero fuori luogo. E quindi il ricorso a Dio non è davvero fuori luogo. Del resto per chi creda (come il sottoscritto) e anche per chi non creda c?è un episodio commovente e stupendo che testimonia l?affetto di Dio per l?Africa (o quanto meno di chi ha detto di essere Dio fatto uomo: Gesù). All?indomani dell?editto dell?invidioso re Erode contro tutti i neonati maschi di Betlemme (Matteo 2,13; ma a Roma ne scrisse anche Macrobio nei suoi Saturnalia), Giuseppe caricò moglie e figlioletto e fuggì in Egitto. Dal che si deduce che Dio (o chi si sarebbe poi detto tale) fu profugo, benché ancora in fasce. E che fu profugo proprio in Africa: perché dopo una settimana all?incirca di cammino, lungo una carovaniera secondaria che partiva da Gaza, la famigliola braccata da quel re infame, arrivò a Pelusio, sul Delta del Nilo. Tradizione poi vuole che il loro viaggio sia continuato sin molto più a sud. E in effetti il corso del Nilo, sino quasi ai confini con il Sudan (ad Assiut, per la precisione), sia pieno di memorie antichissime che attesterebbero il passaggio della famiglia da quelle parti, dove, del resto, il cristianesimo attecchì con una precocità impressionante. Che cosa c?entra, chiederete, tutto questo con il destino dell?Africa? C?entra eccome. E lo ha dimostrato proprio quest?anno il ritorno sulle cronache di un altro grande, autentico amico di quel continente: Daniele Comboni. Primo vescovo nominato in Africa, morto cinquantenne dopo una vita trascorsa a difenderne i diritti e la dignità davanti a tutti i potenti della terra, Comboni, è stato fatto santo proprio quest?anno da Giovanni Paolo II. A rileggerne oggi l?impeto umano, l?intelligenza politica si capisce come la sua esperienza sia una strada suggerita anche per il presente (chi volesse documentarsi può leggere la bella biografia di Giampaolo Romanato, o, più semplicemente il dossier con gli inediti pubblicato sull?ultimo numero del mensile 30giorni). Comboni, contro tutte le consuetudini consolidate da parte della chiesa, impose un?idea di missione completamente ribaltata, che lui stesso condensò nella formula, ai suoi tempi assolutamente controcorrente, di “lasciare l?Africa agli africani”. Aveva capito che la chiave di volta non era quella di portare una civiltà, ma quella di creare scuole, centri artigianali, addirittura università in quel continente, perché potesse dotarsi di una classe dirigente in grado di portarlo fuori dalla povertà. Oggi a distanza di oltre 120 anni, tante di quelle indicazioni suggerite da Comboni sono diventate realtà. Ma nel frattempo i problemi che assediano l?Africa hanno assunto dimensioni tali da lasciare chiunque nell?impotenza. E da annientare ogni potenzialità di sviluppo. Nel suo piccolo, Vita, per questo 2004, ha scelto di potenziare l?informazione e la mobilitazione intorno al destino dell?Africa. Saremo in prima linea nell?organizzazione della grande manifestazione che Savino Pezzotta e Walter Veltroni hanno annunciato per il prossimo mese di aprile. Continueremo a raccontare l?impegno dei tanti cooperanti, che nonostante tutto, continuano con ?comboniana? ostinazione a lavorare per il bene dell?Africa. Del resto basta scorrere questo numero per capire come i segni di speranza davvero non manchino. Aiutarli a crescere è il miglior impegno che possiamo darci per questo 2004.


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