Cultura

GMG 2005: Un mondo in movimento/1

Testimonianze dalla GMG di Colonia, terminata due giorni fa. Le emozioni di due giovanissime polacche e di un pellegrino speciale, nel ricordo del "loro" papa Giovanni Paolo II.

di Daniele Biella

COLONIA (Germania) – Ania ha 17 anni, capelli biondi, occhi azzurri. Aleksandra, occhi e capelli scuri, ne ha, invece, già 18.
A prima vista, daresti loro almeno 3-4 anni in più.

Vengono da Gdansk, Polonia, e sono arrivate a Colonia con altri 64 amici, appartenenti a diverse congregazioni cattoliche del nord del proprio Paese.

Sedute fra la moltitudine di gente, almeno un milione di presenze, accorsa al campo di Marienfeld per l’incontro col nuovo papa, le due ragazze non smettono di guardarsi attorno, emozionate dal vedere così tanti giovani riuniti in un solo luogo.
“Siamo venute per conoscere giovani come noi, per respirare l’atmosfera di un incontro dove ognuno crede nella stessa cosa – afferma Aleksandra – e ne siamo rimaste incantate”.

“E’ proprio così – incalza Ania – ci siamo scambiati indirizzi ed e-mail con coetanei di tante nazionalità diverse, vogliamo rimanere in contatto con loro, per crescere insieme anche a distanza, confrontandoci su tutto”.

Proprio tutto?
“Si, ogni argomento importante per l’essere umano e cristiano: l’aborto, la pena di morte, l’eutanasia e via dicendo”, aggiunge Aleksandra.
Le due ragazze fanno parte di un gruppo di 20 coetanei della loro città che si trovano periodicamente a pregare, scambiare opinioni e visioni della realtà che li circonda.
“A volte si hanno opinioni completamente diverse e si entra in contrasto, ma è questo il bello del vero dialogo”, conclude Aleksandra.

L’energia che trasmettono le due ragazze va di pari passo con la loro maturità, anche quando parlano del loro rapporto con le altre religioni: “Dio è un unico Dio, ed è di tutti”, commenta Ania.

E Benedetto XVI?
“Ci piace, ma non lo conosciamo ancora bene; il ricordo di papa Giovanni Paolo II, polacco come noi, è ancora ben vivo nei nostri cuori”, aggiunge ancora Ania.

Lo stesso papa polacco, ideatore della Giornata Mondiale della Gioventù (la prima si tenne nel 1987 a Buenos Aires), è la guida spirituale di un pellegrino d’eccezione, di nome Zigmund.

Binocolo alla mano, vestito con un completo marrone che richiama l’abbigliamento militare, Zigmund si mischia con piacere nella folla di giovani che girano per Marienfeld, e lo fa con passo disciplinato, a dimostrare la sua non più giovane età.

“Ho 80 anni, ma non volevo perdermi questo evento, sono venuto da solo in macchina da Cracovia, dove vivo”, racconta in un italiano quasi corretto.
“Se vivi con i giovani, anche tu diventerai giovane – prosegue Zigmund – così disse il mio papa Giovanni Paolo II”.

Visto così, c’è da credergli.
É ammaliante il suo sorriso, la determinazione, l’orgoglio di poter partecipare a questo evento, che rimarrà sia nella storia per le generazioni a seguire, sia in quella personale delle centinaia di migliaia di giovani accorsi a Colonia.

Giovani come Ania, Aleksandra e i loro amici, che credono nella tolleranza e nel continuo dialogo come via da seguire per la risoluzione di ogni conflitto, piccolo o grande che sia.

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