Volontariato

Globalizzazione: Rifkin elogia l’Italia

«Gli Stati Uniti devono imparare la voi»

di Gabriella Meroni

”Non ho mai incontrato un italiano che non fosse convinto che la sua identita’ culturale fosse piu’ importante della sua identita’ commerciale”. Questo, per Jeremy Rifkin, economista della Foundation on Economic Trends e famoso teorico della globalizzazione e’ il segreto per una globalizzazione sana, e’ il modello italiano da cui anche gli Usa devono imparare.

Parlando alla Convention di Banca Fideuram, Rifkin ha ricordato che l’Italia, quinta o sesta potenza economica del mondo, basa la sua forza su una struttura di produzioni artigianali e decentralizzate. Un paese affascinante che ha dato il via per prima al mondo al capitalismo nel rinascimento commercializzando le sue idee: le sete, le ceramiche, i vetri, che sono stati messi sul mercato. ”Sei secoli dopo, questo paese – osserva Rifkin – e’ diventato un motore economico potente ma la sua cultura e’ rimasta intatta e diversificata. Come avete fatto?”.

L’Italia, ha spiegato Rifkin, ha imparato ad equilibrare la cultura con il commercio, grazie ai suoi 2.000 anni di storia, grazie ad una creativita’ e ad idee che non vengono dall’alto, dalle relazioni commerciali o dal Governo, ma dalla storia di un popolo che e’ felice di interagire. Una cultura che gli italiani non difendono aggressivamente ma che condividono. ”Anche gli Usa una volta erano cosi’ – ha detto Rifkin – cioe’ un crogiuolo che attirava nuovo sangue e nuove idee. Il problema in Usa e’ che siamo diventati troppo commerciali ed abbiamo perso il senso civico. L’Italia e’ un modello da cui possiamo imparare”.

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