Cultura
Globalizzazione: per il Papa favorisce i più forti
La globalizzazione favorisce tutt'oggi il piu' forte e i sistemi economici, qualora non siano animati da un ''costante servizio alla dignita' umana''
di Redazione
La globalizzazione favorisce tutt’oggi il piu’ forte e i sistemi economici, qualora non siano animati da un ”costante servizio alla dignita’ umana” si rivelano inefficaci nel risolvere i nodi dello sviluppo: quanto accaduto dopo la caduta del Muro mostra che per ”correggere gli squilibri esistenti” gli strumenti di programmazione economica a medio termine non possono prescindere da un ”impegno di solidarieta’ istituzionale e personale”. In tal senso si e’ espresso oggi il Papa nel discorso che ha rivolto ai vescovi brasiliani degli Stati di Santa Catarina e Rio Grande do Sul, ricevuti stamani in Vaticano al termine della loro quiquennale visita ‘ad Limina’, nel quale ha raccomandato la testimonianza dei cristiani nella vita pubblica e imprenditoriale e rivendicato alla Chiesa il diritto di svolgere il compito di offrire il suo contributo di valori morali per ”ispirare” le attivita’ politiche e ”orientarle verso il bene comune della societa”’. Proprio l’attuale modello di globalizzazione, nel pensiero di Giovanni Paolo II, deve spingere a riscoprire la dottrina sociale della Chiesa che prende in considerazione la realta’ economica ”partendo sempre dalla dignita’ dell’uomo”, una dignita’ che trascende il semplice gioco dei fattori economici. In questo quadro, il Papa ha espresso l’auspicio che le classi politiche ed imprenditoriali siano formate in uno spirito autentico di verita’ e onesta’. I cristiani, ha detto, devono ”essere disposti a rinunciare a qualunque vantaggio” che non derivi da ”mezzi assolutamente onesti”, non solo in accordo con le leggi ma anche rispetto all”’impronta morale” derivante dal chiamarsi cristiani. Per ”correggere gli squilibri esistenti”, ha proseguito, i semplici strumenti di programmazione economica a medio termine non possono prescindere da un ”impegno di solidarieta’ istituzionale e personale”. Giovanni Paolo II ha poi raccomandato ”la presenza pubblica del pensiero cattolico” soprattutto in questo tempo nel quale ”non raramente la liberta’ di parola” e’ utilizzata come ”arma per diffondere messaggi contrari agli insegnamenti della morale cristiana”. Svolgere la missione di orientare le attivita’ politiche verso il bene comune della societa’, nelle parole del Papa, richiede ”coraggio, pazienza e fiducia”; a renderla piu’ difficile, una societa’ moderna oggi caratterizzata da ”un evidente disorientamento ideale e spirituale”. Cio’ evidenzia il ruolo centrale del vescovo nell”’aiutare i fedeli ad essere testimoni autentici” di Cristo, compito difficile di fronte alle sfide del contesto economico sociale. Esaminando in proposito la situazione socio-economica del Brasile, il Papa l’ha definita un ”paradosso”. Da una parte, infatti, registra uno sviluppo industriale ”equiparabile per alcuni aspetti al mondo industrializzato”, dall’altra deve convivere con una ”marginalizzazione cronica di grandi settori della societa”’, come nel caso degli agricoltori senza terra e delle grandi masse di lavoratori delle periferie urbane”.
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