Volontariato

Globalizzazione e diritti: Fila nel mirino di Clean Clothes Campaign

Condizioni di lavoro insostenibili denunciate in una fabbrica indonesiana di scarpe sportive

di Ida Cappiello

L’organizzazione Clean Clothes Campaign (campagna Abiti Puliti) ha lanciato un nuovo appello alla Fila, noto marchio di abbigliamento sportivo, a sostegno di Parkati, giovane lavoratrice indonesiana licenziata dalla fabbrica Tae Hwa nel 1999 a causa della sua attività sindacale, e ancora in lotta per riottenere il posto di lavoro. Nella fabbrica, secondo stime dei lavoratori, si producono per l’80% circa scarpe marchiate Fila. Le condizioni di lavoro denunciate da Parkati sarebbero pesantissime: salari da fame, straordinari forzati, vessazioni verbali e abusi sessuali (l’80% dei lavoratori sono donne). Lo stabilimento è di proprietà di una compagnia coreana e impiega 3500 persone.La lavoratrice è stata licenziata per una banale violazione del regolamento, ma aveva organizzato alcuni mesi prima uno scopero per ottenere la costituzione di un sindacato. Dopo diversi processi, il giudice del lavoro locale ha avallato la decisione dell’azienda. Clean Clothes Campaign chiede alla Fila di fare pressioni sulla Tae Hwa per riassumere Parkati, ma dopo un iniziale interessamento non è successo più nulla, forse a causa del cambio di proprietà in Fila.


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