Cultura
Gli Uffizi nella Terra dei Fuochi
Arriveranno a Casal di Principe, con un importante gruppo di opere del 600 napoletano. Un modo per far capire come il riscatto passa anche attraverso l’arte. Parla il sindaco Franco Natale
di Anna Spena
«L’Italia è debitrice del mezzogiorno, mentre noi combattevamo le “dittature militari” gli altri restavano in silenzio», racconta Franco Natale, sindaco di Casal di Principe. Grazie a lui il 21 giugno gli Uffizi sbarcano a Casale. Arriverà da Firenze un gruppo importante di opere del seicento napoletano.
Il progetto "La luce vince l'ombra – gli Uffizzi a Casal di Principe" è stato esposto alla Presidenza della Repubblica.
L’amministrazione comunale di Casale è stata sciolta per ben tre volte per infiltrazioni camorristiche. Qualcosa però sta cambiando; e l’arte diventa strumento di questa trasformazione. Un bene confiscato alla camorra, la casa del boss Egidio Coppola, sarà un museo per accogliere le opere provenienti oltre che dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, anche dal Museo di Capodimonte di Napoli, dal Palazzo Reale di Caserta e dal Museo provinciale di Capua. Franco Natale, da giugno 2014 primo cittadino del comune, ci racconta come Casale è diventata la prossima tappa della serie di mostre "Città degli Uffizi".
Quando nasce l’idea di trasformare la casa di un camorrista in un museo?
L’idea nasce un po’ per combinazione, però ci abbiamo subito creduto e dalle parole siamo passati ai fatti. A settembre dello scorso anno io e l’assessore alla cultura di Casale, Mirella Letizia, ci trovavamo a Firenze per il Festival Novo Modo curato da Alessandro de Lisi, direttore del Centro Studi Sociali contro le Mafie Progetto San Francesco. In quell’occasione decisi di focalizzare l’attenzione su una questione importante e troppo spesso dimenticata: la lotta del mezzogiorno italiano. Noi al sud abbiamo sempre lottato da soli contro una “dittatura militare” (dittatura criminale), nessuno nel resto d’Italia si è mai preoccupato di sostenerci, tutti l’hanno sempre visto come un problema folcloristico. Non è cosi. Il mezzogiorno vanta un credito nei confronti del resto dell’Italia. In quell’occasione era presente anche Antonio Natali, direttore degli Uffizi, che sentì di dover fare qualcosa e propose Casal di Principe come prossima tappa della collana di mostre “Città degli Uffizi”.
Quanto costerà tutta l’operazione?
Il costo non può ancora essere quantificato. Tutto è ancora in fase di costruzione grazie al lavoro di Giacinto Palladino, presidente di FIba Social Life e di Alessandro de Lisi che sono anche i curatori del progetto R_Rinascita. In ogni caso c’è anche da considerare che gran parte del lavoro sarà fatto dai volontari casalesi. Un gruppo di 40 volontari, “gli ambasciatori della rinascita”, i prossimi sabato e domenica, ad esempio, si occuperanno della pulizia della casa.
Da chi è gestita tutta l’operazione?
Siamo più realtà che collaborano tra di loro: il Comune di Casal di Principe; gli Uffizi, il Ministero dei Beni Culturali, e l’associazione Fiba Cisl. Inoltre questo è un progetto di portata nazionale a cui anche il Quirinale ha dato il suo sostegno.
Che opere saranno esposte?
Anche se il programma non è ancora definitivo, ci saranno dieci opere degli Uffizi, tra cui la Santa Caterina d’Alessandria di Artemisia Gentileschi; una copia da Caravaggio l’Incredulità di san Tommaso. E poi ci sarà la video installazione dedicata a L’adorazione dei pastori di Gherardo delle Notti, l’operaq che venne distrutta nell’attentato del 1991. Poi ci saranno nove opere provenienti dal Museo di Capodimonte di Napoli; un Andy Warhol dal Palazzo Reale di Caserta e una Matres Matutae, statua di tufo, reperto archeologico del Museo Provinciale di Capua.
Cosa rappresenta per Casal di Principe questa iniziativa?
La rinascita a Casale è già iniziata. Però con questa operazione, anche gli altri vedranno la trasformazione. L’immagine del comune ne beneficerà tantissimo: da città di camorra a città d’arte. Questa è una boccata d’ossigeno piena.
Quanti visitatori, secondo lei, arriveranno a Casale per ammirare le opere?
Circa 70mila. Anche dal punto di vista economico questa è una grande possibilità: in quanti mangeranno una pizza e berranno caffè.
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