Politica

Gli strani cattolici del Bunga Bunga

di Riccardo Bonacina

Quasi un anno fa, esattamente il 18 febbraio scorso, Benedetto XVI parlando a  300 parroci romani fece un ragionamento e diede un’indicazione che è opportuno ricordare oggi, nell’ora in cui altre 300 pagine della Procura di Milano arrivano in Parlamento e si aggiungono alle altre 300 piene di particolari sulle feste a casa Berlusconi. In quell’occasione , il Papa diede un giudizio definitivo anche su quanti, e tra loro davvero troppi cattolici, reagiscono allo stillicidio di notizie sui comportamenti non edificanti del nostro premier, dicendo “È umano…”, e, citando addirittura il Vangelo a sproposito, “Chi è senza peccato scagli la prima pietra…”, e via dicendo.Ebbene, il Papa, il febbraio 2010 ai parroci romani, forse un po’ buonisti, disse così: «Non si dica più ha mentito, è umano; ha rubato, è umano”… Questo non è il vero essere umani. Essere umani è essere generosi, volere la giustizia, la prudenza, la saggezza, essere a immagine di Dio», perchè «il peccato», ha proseguito Benedetto XVI, «non si associa mai ad un atteggiamento di solidarietà,  è, «anzi indice di desolidarizzazione».

Chi mi segue sa che non sono un moralista e che ho sostenuto proprio su questo blog non molti giorni fa che non è necessario essere santi per governare e che spesso, nella storia, ha fatto meno guai un puttaniere che un moralista, però si eviti, per favore, di usare del Vangelo per giustificare Berlusconi e le posizioni che lui garantisce agli stessi intellettuali e giornalisti che lo giustificano. Siccome lo zelo cattolico, fa parte delle prerogative di quelli che lo giustificano, lo si eviti almeno per rispetto del vicario, pro tempore, di Gesù Cristo. Ci si attenga a quanto dice. Oppure ci si limiti a ragionamenti politici, sempre legittiimi, evitando di tirare in ballo strane morali contro i moralisti e il Vangelo.

Del resto, nel Vangelo si dice “ Va’ e non peccare più ” ( Gv 8, 11), e non “ Va’ e pecca un po’  meno ”. E in ogni caso, lo si dice a chi si pente e chiede perdono.

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