Non profit

Gli sportivi italiani? Il Coni li moltiplica per 14

Per l'Europa i praticanti in Italia non superano gli 1,8 milioni. Mentre l'ente e l'Istat ne accreditano 25. J'accuse dell'olimpionico Masala

di Pasquale Coccia

L’Unione europea smentisce l’Italia sui dati che riguardano la pratica sportiva e colloca il nostro Paese all’ultimo posto tra i 27 dell’Ue insieme a Grecia e Bulgaria. Solo il 3% degli italiani infatti pratica esercizio fisico con una certa regolarità, rispetto al 9% della media di Bruxelles. A dirlo è un’indagine pubblicata dalla Commissione sullo sport e l’attività fisica, i cui dati saranno presentati a Madrid il 19 aprile, in occasione del forum europeo convocato ad hoc. Dal dossier emerge, fra l’altro, che i cittadini europei ritengono che gli enti locali facciano abbastanza per offrire loro opportunità di fare esercizio fisico. La Finlandia (76%) e il Lussemburgo (75%) presentano il livello più elevato di soddisfazione, mentre il 52% degli italiani e dei polacchi ritengono che gli enti locali non siano all’altezza. L’impegno nelle attività di volontariato a sostegno dello sport è più elevato in Svezia e Finlandia (18%), mentre in Italia si limita al 3% contro una media europea del 7%. Ma non è questo il punto cruciale.
Le cifre emerse dall’indagine dell’Eurobarometro (il testo integrale è consultabile su http://ec.europa.eu/sport/news/news910_en.htm ) infatti smentiscono quelle a più riprese sventolate dal Coni e contenute nel rapporto sullo sport pubblicato due anni fa, così come quelle riportate dall’Istat nel report decennale sullo sport pubblicato nel 2005. Per il comitato olimpico infatti gli sportivi del Belpaese sarebbero ben 25 milioni, mentre in realtà i praticanti reali (ovvero quelli che fanno sport almeno una volta alla settimana) sono appena il 3% della popolazione totale (60 milioni 387mila, al primo gennaio 2010): in soldoni poco più di 1,8 milioni di persone.
Mentre in Svezia i cittadini che dichiarano di non praticare alcuna attività fisica o sport sono pari al 6% e in Finlandia il 7%, in Italia sono oltre la metà della popolazione attiva, il 55%. Un dato – anche questo – inconciliabile con i proclami del Coni.
«A questo punto chi sostiene che in Italia ci sono 25 milioni di sportivi dice il falso», attacca Daniele Masala, medaglia d’oro nel pentatlon moderno alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984. «L’Italia attraverso il Coni, persegue la politica dello sport di vertice», continua l’ex campione, «questo significa meno risorse allo sport sociale e, sul piano sanitario, vuol dire più spesa pubblica. Negli Usa hanno calcolato che per ogni dollaro speso nello sport per tutti se nei risparmiano tre nella spesa sanitaria». «L’Italia è il primo Paese in Europa per il numero di obesi, uno su dieci, questo significa più malattie cardiocircolatorie e diabetiche», conclude Masala.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA