Repubblica Democratica del Congo
Gli sfollati del Nord Kivu tornano a casa, ma manca tutto
Dopo i giorni di assedio di Goma le ong stanno riprendendo le loro attività per assistere la popolazione. Ma gli stock di medicinali sono stati saccheggiati. La mancanza di liquidità, dovuta alla chiusura delle banche, rende precaria la loro capacità operativa. Intanto la guerra prosegue verso Sud
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2025/02/23117856_large.jpg)
Enormi bisogni medico-sanitari, ancor più grosse necessità alimentari, senza contare le esigenze di sicurezza così difficili da mantenere in una situazione emergenziale. Nel Nord Kivu, la parte nordorientale della Repubblica Democratica del Congo (RdC), la situazione rimane drammatica, anche se da quando le milizie M23 supportate dal Rwanda si sono impossessate di Goma la vita si sta lentamente avviando verso una lenta e faticosa normalizzazione.
«Stabilire una priorità di cosa serva è impossibile, la priorità è avere tutto», racconta concitata Olimpia Sermonti, vicedirettrice della missione dell’organizzazione umanitaria Intersos in Africa centrorientale. «Il bisogno principale riguarda i medicinali: durante l’assedio di Goma gli stock di molte ong sono stati saccheggiati». La fame, invece, è un problema cronico del Paese, che la guerra non ha fatto altro che acuire. In totale, secondo i più recenti dati Ocha al momento sono oltre 21 milioni le persone bisognose di aiuto umanitario, poco meno di un abitante su cinque, numero che potrebbe aumentare con il proseguire della guerra nel Sud Est del Paese.
«Il nostro intervento non viene limitato in maniera diretta, ma le condizioni in cui operiamo di fatto impattano sulle nostre capacità operative», continua Sermonti. Il problema principale è la sicurezza. «La situazione a Goma si è calmata, almeno a livello apparente, ma abbiamo cambiato gli orari di lavoro per evitare di uscire col buio». Mancando una vera autorità che governi sulla città, la microcriminalità prolifera. «Di giorno alla fine è tutto ok, la sera invece è pericoloso», commenta Lorenzo Timpone, responsabile dei progetti di Fondazione Avsi nella RdC. «È stato chiesto dalla stessa M23 di evitare di uscire la sera. Da quello che sappiamo, vogliono creare un corpo di polizia per gestire la città in sicurezza». Secondo Timpone, la situazione si sta stabilizzando. «L’asse Nord e quello Ovest del Paese sono percorribili, quindi molte persone che prima erano nei campi per sfollati attorno a Goma stanno cercando di rientrare nei loro villaggi. La M23 sta esortando affinché si riprenda l’attività economica e sociale».
Il processo, però, sarà lungo. Nei campi attorno a Goma ci sono ancora circa 650mila persone. «Vivono in condizioni estremamente precarie, senza accesso a riparo, cibo, acqua e cure mediche», dice Natalia Torrent, capo missione di Medici senza frontiere nel Nord Kivu. In particolare, c’è un alto rischio di colera: «l’accesso all’acqua è interrotto da giorni, i cadaveri giacciono nelle strade e le malattie trasmesse dall’acqua rappresentano una minaccia reale», continua. In ogni caso, parlare di epidemia è ancora prematuro, ma se non si interverrà le cose potrebbero peggiorare.
Il faticoso ritorno alla normalità permette il ripristino dei programmi assistenziali delle ong attive sul territorio interrotti durante i giorni di assedio a Goma. «Come Intersos», illustra Sermonti, «ci occupiamo di violazione dei diritti umani, con focus sui diritti di genere. Poi interveniamo sulla nutrizione, sull’accesso all’acqua e sulla costruzione di latrine». Più o meno analoghi le linee di intervento di Avsi: «I progetti principali riguardano sicurezza alimentare, tramite distribuzione sia di cibo che di denaro, e la protezione di genere all’interno dei campi sfollati. In città a Goma ci occupiamo anche di educazione costruendo scuole e formando insegnanti», spiega Timpone. «Dovremmo ripartire già alla fine di questa settimana». I giorni dell’assedio di Goma sono stati drammatici. «È stato tremendo», racconta ancora il rappresentante di Avsi. «Fortunatamente, non è durato tantissimo. Noi siamo stati evacuati dopo la presa di Sake e siamo passati in Rwanda, perché non sai mai cosa può succedere. Per esempio, nel nostro compound è caduto un razzo da mortaio che non è esploso ed è ancora lì».
Sermonti, invece, è arrivata a Goma da pochi giorni per sostituire proprio il personale della missione presente al momento degli scontri. «Si tratta di un ricambio per evitare il rischio di burn-out. I nostri erano completamente ibernati, chiusi nella guest house a nutrirsi delle scatole di sicurezza pensate per le emergenze».
La popolazione locale ha vissuto tra violenze, bombardamenti e stupri di massa. Seppur in maniera precaria, anche durante quei giorni Medici senza frontiere è riuscita a mantenersi attiva: «Nonostante le ostilità, le nostre squadre hanno continuato a fornire assistenza medica alle comunità colpite attraverso i progetti regolari ed emergenziali nel Nord e nel Sud Kivu. A Goma, l’intensificazione degli scontri ha ci ha costretto a ridurre parzialmente le attività in alcuni campi per sfollati e a ritirare temporaneamente parte del personale dalle strutture sanitarie e dagli uffici», spiega Torrent.
C’è un ostacolo, però, alla piena ripresa delle attività delle ong, quantomeno sulla città di Goma: la mancanza di liquidità. Le banche, infatti, sono chiuse. Di conseguenza, manca il denaro che serve per pagare gli operatori e per lo sviluppo dei progetti. Una situazione, confermano le fonti di VITA, che non sembra destinata a sbloccarsi nell’immediato e che va ad aggravare il caos generato dal giro di vite che Donald Trump ha imposto ai finanziamenti ai fondi per la cooperazione e lo sviluppo.
Le persone sfollate a causa dei combattimenti tra ribelli dell’M23 e soldati governativi lasciano il loro campo seguendo un’istruzione dei ribelli dell’M23 a Goma/AP Photo/Moses Sawasawa/Associated Press/LaPresse
Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?
Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it