Formazione

«Gli scrittori tacciono? Meno male»

L’opinione di Ernesto Galli della Loggia

di Ettore Colombo

Ernesto Galli della Loggia ha appena pubblicato un libro, Vent?anni d?impazienza, fa il professore universitario (insegna Storia del partiti politici all?Università di Perugia) e soprattutto scrive, di solito in prima pagina, sul Corriere della Sera, il principale quotidiano italiano. Galli della Loggia, di suo, non è tenero con nessuno, ma proprio con nessuno, specialmente con chi osa mettere in discussione la presente guerra come la futura pax americana. ?Pacifisti imbelli?, si sarebbe detto nell?Italia del 1915. Di norma, quelli che Galli della Loggia bastona (metaforicamente, s?intende), ma il professore ne ha anche per il pacifismo storico, per il movimento ?no global? e, naturalmente, per la sinistra. Vita: Non crede che gli intellettuali siano fin troppo zitti, di questi tempi, rispetto a quelli d?una volta? Galli della Loggia: Saluto il silenzio degli intellettuali, di fronte alla guerra, come un fatto positivo. Di solito, non ne azzeccano mai una. Voi parlate di Moravia, Calvino, Pasolini, scrittori le cui idee e posizioni sono state spesso e volentieri sbagliate, su quasi tutto. Gli intellettuali possono prendere molte cantonate, volendo. Gli intellettuali di politica sanno e capiscono ben poco. In pubblico ci si pronuncia troppo spesso in modo assertivo: farlo senza possedere specifiche conoscenze produce soltanto giudizi affrettati. Vita: Lei dunque ritiene sbagliato chiedersi perché ci sono così pochi intellettuali a favore della pace? Galli della Loggia: Guardi, innanziutto è sbagliato chiedere se è sbagliato, come fa lei. Dopodiché vorrei farle osservare che dirsi a favore della pace è come dire che oggi piove o c?è il sole. Chi mai è a favore della guerra? Il problema è, naturalmente, più complicato: anche nel 1961 non c?erano ?i cattivi? che volevano la guerra e ?i buoni? che volevano la pace. Semplicemente, allora come oggi, c?è chi è a favore e chi è contrario alla politica estera del governo italiano e alla scelta di campo occidentale. Lasciando da parte il povero Capitini, ieri si trattava dei comunisti e di parte dei cattolici e oggi anche, con la differenza che oggi tutti vogliono partecipare alla Marcia per la pace. In particolare, buona parte del mondo cattolico proprio non la capisco. La nazione si difende con le armi e noi abbiamo interessi nazionali da difendere, come tutto il mondo occidentale. È chiaro il concetto? Chiarissimo, professore.


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