Welfare

Gli occhiali intelligenti che raccontano il mondo a chi non vede

Si chiamano OrCam gli occhiali creati da un’azienda israeliana che, grazie ad un sistema audio e video, riconoscono testi scritti, oggetti e persino volti umani, permettendo a chi non vede di leggere e ascoltare la descrizione che li circonda

di Ottavia Spaggiari

Fino poco tempo fa Karyn Liard non avrebbe mai pensato di riuscire a leggere una favola ai suoi tre bambini. Nata con una retinite pigmentosa, che le ha provocato una perdita della vista del 98%, Karyn è stata tra i primi utenti in Canada, ad acquistare OrCam, gli occhiali intelligenti che, grazie ad una minuscola videocamera incorporata e ad un audio, permettono ascoltare la descrizione di ciò che viene inquadrato: testi scritti e oggetti, arrivando a trasformare letteralmente la vita di chi non può vedere, come racconta Rafi Fisher, portavoce dell’omonima azienda creatrice del prodotto: «Per via della lingua, quello canadese è uno dei primi mercati su cui abbiamo lanciato il prodotto, insieme a Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele, e la storia di Karyn è una delle più significative: oggi chi legge le storie della buonanotte ai bambini è lei», continua Fisher. «Sono piccole cose come questa che cambiano la qualità della vita. Fare la spesa da soli o leggere un menù al ristorante senza bisogno dell’aiuto di nessuno contribuisce ad acquisire una maggiore sicurezza in sé stessi.»

Basato su un algoritmo di riconoscimento visivo, OrCam è il gioiello dell’omonima azienda israeliana, fondata nel 2010 da Amnon Shashua, ricercatore e professore della Hebrew University di Gerusalemme, già fondatore di Mobileye, società quotata in borsa che sviluppa sistemi di riconoscimento visivo per aumentare la sicurezza delle automobili, permettendo di identificare intuitivamente segnali stradali ed evitare pedoni e ostacoli. Entrato sul mercato nel 2015, dopo 5 anni di sviluppo, OrCam è un esempio eclatante del vivacissimo e paziente ecosistema dell’innovazione israeliano dove è possibile investire su ricerca e sviluppo per progetti a lungo termine, basti pensare che oggi l’azienda conta 100 dipendenti, tra cui diverse persone cieche e ipovedenti, il 50% dei quinali lavorano nel dipartimento di R&S.

«OrCam risponde a un semplice gesto intuitivo», spiega Fisher, «basta indicare con un dito un oggetto, per ottenerne la descrizione audio. Il sistema risponde all’istante e la cosa interessante è che, oltre a leggere i testi e a riconoscere le cose, identifica anche le persone». Grazie ad un sistema di scannerizzazione e memorizzazione dei volti in un archivio virtuale, infatti OrCam permette, anche a chi non vede di riconoscere le persone che si conoscono, trasformandosi così in una mappa per navigare il mondo e sentirsi più autonomi.

Gli occhiali My Reader, che vocalizzano i testi scritti , costano 2500$, mentre MyEye lo strumento che oltre alla lettura permette anche il riconoscimento di oggetti, prodotti e persone, si aggira intorno ai 3500$. «L’obiettivo nei prossimi anni è quello di entrare in altri Paesi e sempre più utenti. Anche l’Italia è un mercato interessante». E i non vedenti non sono l’ unico target di OrCam. «Lo strumento può essere utile anche per chi soffre di dislessia», continua Fisher. «Non pensiamo di sostituire interamente la lettura automatica alla persona, ma se si è dislessici studiare e leggere è spesso molto faticoso. Vogliamo offrire un supporto che faciliti la vita agli studenti che fanno più fatica».

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