Politica
Gli MDGs al Vertice europeo
Attesa per l'adozione del piano d'Azione europeo contro la povertà nel mondo
Da Bruxelles – Oggi i 27 capi di Stato e di governo dell’Unione Europea sono chiamati ad interinare la decisione presa il 14 giugno dai ministri degli Affari esteri Ue di adottare il Piano d’Azione UE contro la povertà nel mondo presentato nell’aprile scorso dalla Commissione Barroso.
L’adozione del Piano d’Azione consente all’Europa di presentarsi in modo unito al Summit mondiale sugli Obiettivi del Millennio che si terrà in settembre al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Ma la strada non è priva di ostacoli. E non soltanto per colpa della crisi economica che, oltre a porre in secondo piano il tema degli aiuti nell’agenda Vertice odierno, sta mettendo a repentaglio le finanze pubbliche degli Stati europei, e quindi a rischio l’obiettivo dei governi UE di destinare entro il 2015 lo 0,7% del loro Pil agli aiuti pubblici allo sviluppo.
Dietro le quinte del Vertice europeo – che per la prima volta nella sua storia vede ufficialmente in agenda il tema dello sviluppo – si profila una battaglia diplomatica attorno alla richiesta espressa dalla Commissione di “stabilire piani d’azione realistici e controllabili per raggiungere gli obiettivi individuali, e pubblicare i primi piani entro settembre 2010”.
Un gruppo di Stati capeggiati dalla Gran Bretagna si sono dichiarati favorevole a questa proposta, convinti della necessità di monitorare i governi europei e scongiurare così il rischio di un calo progressivo degli APS in questa fase di crisi economica. Contrari invece Italia, Francia e Germania, secondo i quali basta e avanza l’esercizio di monitoraggio annuale effettuato dalla Commissione europea in base ai dati forniti dall’OCSE-DAC, il Comitato di aiuto allo sviluppo dell’Organizzazione di sviluppo e di cooperazione economiche.
Ogni anno infatti, la Commissione UE pubblica un rapporto sui finanziamenti allo sviluppo di cui gli APS sono una delle voci più importanti. Lo scontro rischia di spostarsi oggi al Summit UE con il tentativo da parte degli inglesi di portare la loro richiesta direttamente all’attenzione dei capi di Stati.
Sul perché lo rivelano fonti diplomatiche italiane, secondo le quali Gran Bretagna, assieme a Svezia, Paesi-Bassi e Lussemburgo, volevano inserire nelle conclusioni sugli Obiettivi del Millennio l’impegno da parte dei ministri dello sviluppo Ue di presentare ogni anno al Consiglio europeo un rapporto annuale sullo stato di avanzamento degli aiuti UE rispetto agli Obiettivi del Millennio. Ora non spetta al Consiglio sviluppo decidere di produrre questo rapporto, ma bensì al Consiglio europeo, ovvero ai capi di Stato e di governo.
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