Cultura

Gli ITS adesso piacciono anche a liceali e laureati

L'80% dei diplomati ha trovato un lavoro entro un anno. Nel 90% dei casi, il lavoro è coerente con il percorso fatto. Gli Istituti Tecnici Superiori confermano il loro successo, legato anche al forte coinvolgimento delle imprese. Tant'è che sono in crescita fra gli iscritti i giovani liceali (21,3%) e i laureati (6,1%). Il ministro Bussetti: «sbloccati 32 milioni di euro, che consentiranno questa scelta a circa 3mila giovani in più»

di Sara De Carli

Le migliori performance occupazionali? Mobilità sostenibile (83,4%), Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (82,5%) e Nuove Tecnologie per il made in Italy (80,3%), al cui interno svettano Sistema meccanica (91,9%) e Sistema moda (86,3%). Esiti occupazionali meno significativi? Efficienza energetica (72,2%), Sistema agroalimentare (72,4%) e Nuove tecnologie della vita (72,7%). Per le Nuove Tecnologie per il made in Italy, Sistema casa, il tasso più basso (57,0%). Sono i dati di esito della rilevazione 2019 sugli esiti occupazionali a dodici mesi dal diploma per le studentesse e gli studenti che hanno concluso i percorsi presso gli ITS nel 2017. Gli ITS – Istituti Tecnici Superiori rappresentano la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante legata al sistema produttivo territoriale e al mercato del lavoro e gli stessi ITS sono finanziati anche in base ai risultati. Il monitoraggio 2019 è stato presentato ieri da Giovanni Biondi, presidente di Indire.

Mappati 139 percorsi ITS, erogati da 73 Fondazioni ITS su 103 costituite, con 3.367 iscritti e 2.601 diplomati. L’80% dei diplomati (2.068) ha trovato lavoro entro un anno dal diploma, nel 90% dei casi (1.860) in un’area coerente con il percorso di studi concluso. Del 20% dei non occupati o in altra condizione: il 10,3% non ha trovato lavoro, il 4,8% si è iscritto a un percorso universitario, il 2,1% è in tirocinio extracurricolare e il 2,8% è risultato irreperibile.

Quanto alle tipologie di contratto, il 49,3% degli occupati è stato assunto con contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato: questa è stata la tipologia contrattuale più utilizzata in tutte le aree tecnologiche. Uniche due eccezioni Mobilità sostenibile, per la quale prevale il contratto a tempo indeterminato o lavoro autonomo in regime ordinario e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, area nella quale prevale l’apprendistato.

Chi frequenta gli ITS? Giovani diplomati provenienti dagli istituti tecnici (il 62,3%), tra i 20 – 24 anni (il 44,9%) e i 18 -19 anni (il 32,3%), in prevalenza maschi (il 72,6%). In netto aumento i giovani liceali (21,3%) e i laureati (6,1%).


Un dato interessante è relativo ai fuori sede: il 13,3% degli iscritti risiede in una regione diversa rispetto a quella della sede del percorso. È molto elevata la percentuale per l’area tecnologica della Mobilità sostenibile (33%). Forte la selezione per l’accesso ai corsi ITS: il 38% degli studenti che fa domanda di partecipazione ai corsi ITS non accede ai percorsi. Le attività laboratoriali (42% ore di stage; 27% delle ore di teoria in laboratori di impresa e di ricerca) con docenti del mondo del lavoro (70%), rappresentano una garanzia contro il rischio di «accademizzazione» dei percorsi e di riproposizione di modelli esclusivamente trasmissivi e basati sulla lezione frontale. Le imprese rappresentano il 37,4% dei soci delle Fondazioni ITS monitorate. L'81% dei diplomati ITS si ritiene soddisfatto del corso fatto.

Il 45% dei percorsi formativi (62 sui 139 monitorati) ha avuto accesso alla premialità. Le regioni con il maggior numero di percorsi premiati sono la Lombardia (con 12 percorsi), il Veneto (con 12 percorsi) e l’Emilia-Romagna (con 8 percorsi). Puglia, Liguria, Umbria le prime tre regioni che si posizionano nelle fasce di eccellenza per il 2019.

«Gli Istituti Tecnici Superiori rappresentano un segmento relativamente giovane del nostro sistema formativo, che ha già dimostrato di essere una punta di eccellenza: il numero degli iscritti a queste realtà aumenta di anno in anno, a testimonianza dell’alta qualità dell’offerta formativa e della garanzia di un quasi immediato ingresso nel mondo del lavoro. Come Governo sosteniamo convintamente queste istituzioni: il nostro Paese ha bisogno di tecnici qualificati in grado di inserirsi nei settori strategici del sistema economico-produttivo. Ho firmato con largo anticipo rispetto al termine che la legge fissava a settembre il decreto che stanzia 32 milioni di euro che le Regioni potranno destinare al fondo per il finanziamento degli ITS. Grazie a questo provvedimento, ci saranno a disposizione 10 milioni in più rispetto all’anno precedente. Ventidue potranno essere erogati subito, mentre la quota rimanente sarà utilizzata a titolo di premialità. Con queste risorse, saranno circa 3.000 i giovani in più che, terminata la Scuola secondaria di secondo grado, potranno accedere agli Istituti Tecnici Superiori»: questo il messaggio del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, inviato alla presentazione del Monitoraggio.

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