Non profit

Gli italiani tornano all’ottimismo

L'indagine Acri-Ipsos per la Giornata del Risparmio. I fiduciosi passano dal 34% al 55%

di Redazione

In occasione della Giornata Mondiale del Risparmio, da nove anni Acri, l’Associazione delle Casse di risparmio Spa e delle Fondazioni di origine bancaria, presenta un’indagine sugli Italiani e il risparmio, realizzata in collaborazione con Ipsos. I principali risultati sono suddivisi in due macroaree: una prima, comune alle nove rilevazioni (2001-2002-2003-2004-2005-2006-2007-2008-2009), che consente di delineare quali siano oggi l’atteggiamento e la propensione degli Italiani verso il risparmio, evidenziando i cambiamenti rispetto al passato; una seconda focalizzata sul tema specifico della Giornata, che è dedicata quest’anno a “Risparmio ed economia reale: la fiducia riparte dai territori”.

Dall’indagine Acri – Ipsos emerge che il cittadino italiano dimostra una buona capacità di adattamento, riorganizza la propria vita in conseguenza della crisi, relativizza le proprie aspettative. Egli modifica e, ove necessario, ridimensiona i propri consumi, risparmia o tenta di farlo anche quando è in difficoltà, pensa che gli sforzi per uscire dalla crisi debbono essere fatti con coesione locale e buon coordinamento a livello internazionale, quindi incrementa la sua fiducia nell’Unione Europea. Guarda al futuro con un ottimismo nuovo, che “non è euforico”.

La preoccupazione per la gravità della crisi infatti è forte (il 78% degli Italiani ritiene che sia grave) e per la sua durata (il 57% prevede che ci vorranno più di 3 anni per uscirne del tutto). Quasi due terzi degli Italiani (il 62% contro il 65% del 2008) nell’ultimo anno hanno inoltre continuato a sperimentare dei disagi, ma più della metà della popolazione si dichiara soddisfatta della propria situazione economica (il 54% contro il 51% del 2008), il dato più alto dal 2002.

Riguardo agli anni a venire gli Italiani sono ottimisti: i fiduciosi passano dal 34% del 2008 al 55% del 2009. Questa ritrovata fiducia sembra legata alla percezione di un miglioramento dell’economia mondiale (47% di ottimisti e 17% di pessimisti, gli altri hanno una posizione neutrale) ed europea; mentre l’ottimismo si riduce spostando l’ottica sulla propria situazione personale (il 28% di ottimisti contro il 16%  di pessimisti). Riguardo alle attese sull’economia italiana, anche se tra ottimisti e pessimisti si registra un saldo positivo di soli 4 punti percentuali (37% contro 33%), la situazione è molto più positiva di quella del 2008, quando i pessimisti prevalevano di ben 25 punti percentuali, e del 2007 quando il saldo negativo ammontava a 35 punti percentuali. Il “pessimismo statico” del 2008 e del 2007 sembra dunque sconfitto.

I segnali di ottimismo sembrano trarre energia anche da una ritrovata capacità di risparmio. Aumenta il numero di coloro che riescono a risparmiare (37%, 3 punti percentuali in più rispetto al 2008) e il Nord Est si conferma l’area con la maggior concentrazione di famiglie in grado di accumulare risparmio; un incremento considerevole si registra nel Centro Italia, dove si passa dal 30% del 2008 al 39%. Rimane costante la percentuale di coloro che consumano tutto il reddito (38%). E cala, per la prima volta dal 2004, il numero di coloro che consumano più di quanto incassano (sono il 25%: una famiglia su quattro, contro il 27% del 2008); tra queste rimane costante il numero di coloro che ricorrono ai risparmi accumulati (18%) mentre diminuisce quello di coloro che hanno dovuto ricorrere a prestiti (sono il 7%, erano il 9%).

Gli Italiani mantengono una forte propensione al risparmio (l’87% vorrebbe risparmiare) e lo considerano saldamente ancorato al concetto di economia reale (lo è per il 60% del campione); il  48% riconosce inoltre alle banche il ruolo di soggetto intermedio tra l’economia finanziaria e quella reale e l’88% ritiene fondamentale il loro radicamento sul territorio.

Riguardo all’investimento del proprio risparmio, la preferenza per la liquidità rimane ancora il tratto che caratterizza gli italiani. Il 62% (era il 60% nel 2008) tiene o terrebbe i risparmi liquidi, mentre solo il 33% (era il 35%) li investe o li investirebbe: tra questi calano sensibilmente coloro che hanno la tendenza a investire buona parte dei loro risparmi (dal 12% del 2008 al 9%). Tra le possibili forme di investimento, i più considerano ancora “il mattone” (54%) l’investimento ideale; aumentano i propensi all’investimento a rischio, che raddoppiano, passando dal 3% nel 2008 all’attuale 6%.

In merito alla percezione delle regole e dei controlli per la tutela del risparmio, il numero dei fiduciosi torna a contrarsi: nel 2008 il 44% riteneva regole e controlli efficaci, ora il dato è del 39%. Gli Italiani sembrano sperare in una legislazione più severa, con l’idea che questa consentirebbe rendimenti più certi (39% sul totale, 48% sugli investitori).

La crisi ha indotto molti Italiani a ridefinire il livello e lo spettro dei propri consumi: coloro che hanno sperimentato difficoltà li hanno drasticamente ridotti, ma anche coloro che non hanno visto peggiorare il proprio tenore di vita dichiarano di aver calmierato i propri. La crisi sembra aver indotto ad investire di più sul futuro (55%) piuttosto che concentrarsi sul “carpe diem” (40%).

In merito al tema specifico di questa edizione della Giornata Mondiale del Risparmio, ovvero se la fiducia riparte dai territori, si può dare una risposta sostanzialmente positiva. Gli Italiani sono generalmente soddisfatti (73%) circa la qualità della vita sul proprio territorio, però, la realtà risulta abbastanza differenziata. Se nel Nord e nel Centro il numero di soddisfatti supera ampiamente l’80%, nel Sud arriva al 50%; inoltre la soddisfazione tende a decrescere con l’aumento delle dimensioni dei centri abitati. Gli aspetti economici non sembrano rappresentare al momento punti di forza dei singoli territori e oltre un terzo degli Italiani invoca un intervento diretto di Stato e Regioni tramite la spesa pubblica.  

L’aspettativa riguardo l’evoluzione economica futura del proprio territorio è di una certa staticità: il 45% del campione ritiene che la situazione rimarrà quella che è, il 28% si aspetta un miglioramento (in particolare nel Nord Ovest ove tale dato arriva al 37% e nel Nord Est dove arriva al 34%), mentre il 24% si attende un peggioramento (dato che arriva al 31% nel Sud e al 33% nei grandi centri con più di 250 mila abitanti).

La Giornata Mondiale del Risparmio, che è giunta alla sua 85ª edizione, verrà celebrata, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, domani, giovedì 29 ottobre, a Roma presso il Palazzo della Cancelleria. Intervengono: il Presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti, il Presidente dell’Abi Corrado Faissola, il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti.

La ricerca completa si può scaricare dal sito internet dell’Acri all’indirizzo:

http://www.acri.it/7_even/7_even_files/Acri_Ipsos_2009.pdf

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