Formazione

Gli italiani e la scuola: un rapporto mai andato in crisi

«In maggioranza gli inervistati ritengono che la qualità del sistema scolastico e universitario nazionale sia soddisfacente», ha spiegato Roberto Pedretti, ad dell'azienda

di Redazione

Il 46% degli italiani (contro il 41% degli europei e il 43% a livello globale) ritiene che l’educazione scolastica influisca positivamente nella ricerca del posto di lavoro, e il 16%, (media Europa 24%, mondo 32%) dichiara che l’educazione incide in maniera decisiva sull’inserimento nel mondo occupazionale.  

Se da un lato in Italia la formazione, è considerata un importante “trampolino di lancio” per entrare a far parte del mondo del lavoro, dall’altro dopo l’inserimento questa non risulta per gli italiani un fattore determinante ai fini della carriera e del conseguimento di migliori retribuzioni. In tal senso, gli italiani sarebbero più propensi a credere che la differenza in termini di carriera e retribuzione sia legata non tanto alla formazione ricevuta quanto all’effettiva capacità dei singoli di “mettere in pratica” le conoscenze (teoriche) acquisite.

Infatti, in Italia più che in altri Paesi (Italia 13% vs 22% Europa, global 32%) la formazione scolastica non è considerata un fattore chiave per guadagnare di più. Oltre la metà degli italiani (Europa 40%, mondo 28%) esprime totale disaccordo su questo punto, mentre il 37% crede che il livello di istruzione possa incidere parzialmente sulla retribuzione.

Risulta una minoranza (l’8%) quella degli italiani che danno un giudizio positivo sulle opportunità di borse di studio messe a disposizione dalle istituzioni governative locali, il 30% ritiene che gli enti locali eroghino borse di studio in modo adeguato (Europa 31%, mondo 39%), mentre ben il 63% (media europea 59%, global 39%) non si ritiene soddisfatto delle opportunità offerte in questo senso.

Il sentiment sull’educazione scolastica in Italia e Europa emerge dai dati elaborati da Nielsen all’interno della Global Survey sulle tematiche relative all’Istruzione nel secondo trimestre del 2013, su un campione costituito da più di 29.000 intervistati online in 58 Paesi.

Oltre un terzo dei consumatori italiani (34%, in Europa il 45%, global 49%) ritiene che le strutture per l’educazione primaria e secondaria di primo grado presenti nelle proprie zone di residenza siano eccellenti. Oltre la metà (53%, Europa 43%) considera, comunque, più che adeguato il servizio educativo disponibile; il 14% si esprime, invece, in totale disaccordo (Eu e global 12%). Un giudizio analogo si riscontra per ciò che concerne le scuole superiori: il 31% degli italiani ritiene ottime (il 41% in Europa, 43% nel mondo) quelle situate vicino a casa, il 52% abbastanza buone (Eu 44%), il 17% per nulla sufficienti. Un calo sensibile della soddisfazione si rileva in merito ai poli universitari e college. In questo caso, ben un terzo degli italiani (31%) ritiene che non coprano le aree di residenza (Eu 29%, global 25%), il 44% che siano discretamente accessibili (Eu 40%), il 25% (Europa 31%) ritiene il servizio più che sufficiente.

Nielsen ha voluto verificare il peso dei casi in cui non ci sono le condizioni per la frequentazione scolastica nelle proprie zone di residenza. È risultato che solo il 12% degli italiani non ha modo di accedere a servizi formativi nella propria zona, un dato significativo ma comunque inferiore alla media europea, pari al 16% (global 17%). Ciò significa che la copertura territoriale della rete formativa nel nostro Paese risulta più capillare che in altri.

Qualità dell’insegnamento
La Global Survey di Nielsen sull’Istruzione ha inteso approfondire il tema della qualità di insegnamento dei singoli indirizzi educativi, suddividendo il giudizio richiesto agli intervistati in tre fasce: “sopra media”; “in media”; “sotto media” rispetto agli standard educativi generalmente riconosciuti adeguati sia a livello europeo che mondiale. Ogni intervistato poteva dare un solo giudizio.
Nel complesso, emerge che: 1) la maggiore concentrazione dei giudizi si colloca nella seconda fascia (“in media”); 2) i dati italiani sono relativamente in linea con quelli europei. Ogni intervistato poteva dare un solo giudizio su ogni materia di insegnamento.
 
Scuola primaria e secondaria di primo grado.  
Gli italiani hanno giudicato sopra media la qualità dei principali insegnamenti in seguente misura: il 10% del campione considera sopra media l’insegnamento delle scienze (Europa 16%, mondo 24%); il 9% quello delle materie tecniche (Europa 16%, global 23%); il 10% quello della matematica (Eu 20%, mondo 26%); il 9% quello delle materie artistiche (Eu 17%, mondo 23%).
 
Gli intervistati italiani che hanno dato giudizi sotto media sono stati i seguenti: il 14% del campione ritiene sotto media l’insegnamento delle scienze (Eu 15%), il 22% quello delle materie tecniche (Eu 18%), il 13% quello della matematica, il 21% quello delle materie artistiche.  

Scuola secondaria superiore
Gli italiani danno i seguenti giudizi sulla qualità degli insegnamenti: sopra media il 12% degli intervistati giudica l’insegnamento delle scienze (Europa 18%, mondo 25%), il 12% quello delle materie tecniche (Europa 18%, mondo 24%), l’11% quello della matematica (Eu 21%, mondo 26%), l’8% quello delle materie artistiche (Eu 18%, mondo 22%).
 
Hanno giudicato sotto media: il 15% degli italiani l’insegnamento delle scienze, il 19% quello delle materie tecniche (Eu 16%), il 13% quello della matematica, il 20% quello delle materie artistiche (Eu 17%).  

Infine, è stato monitorato l’atteggiamento rispetto all’impegno delle aziende a supporto della scuola e alle ricadute in termini di acquisti da parte dei consumatori. Ben il 73% degli italiani è  positivamente influenzato dalle imprese che dimostrano di sostenere (per esempio finanziariamente) istituzioni scolastiche, contro un dato medio europeo e mondiale di gran lunga inferiore (Eu 59%, mondo 68%). La discrepanza può essere letta in linea con la crescita dei consumatori socialmente consapevoli, cioè disposti a pagare di più per prodotti e servizi offerti da imprese che hanno implementato programmi di responsabilità sociale. Come risulta dalla Nielsen Global Survey Corporate Social Responsability, eseguita nel maggio scorso, i consumatori socialmente consapevoli sono passati in Italia dal 38 al 44% negli ultimi 2 anni.

«Dalla Global Survey sull’Istruzione emerge che gli italiani ritengono che la qualità del sistema scolastico e universitario nazionale sia soddisfacente», ha dichiarato Roberto Pedretti, Amministratore Delegato di Nielsen Italia, «seppur consapevoli del disallineamento, in alcuni casi evidente, con gli standard europei. Nello stesso tempo, rimane però alta l’aspettativa verso i servizi scolastici, che sono ritenuti un punto di avvio importante per l’inserimento nel mondo del lavoro da oltre la metà degli italiani». Ha continuato Pedretti: «va, inoltre, sottolineato che gli intervistati mostrano una propensione ad acquistare presso aziende ed esercizi che investono a supporto di iniziative scolastiche, a conferma della consapevolezza sociale che caratterizza, più che in altri paesi, il profilo del consumatore italiano».
 

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.