Economia

Gli inutili miliardi in pasto alle banche

Nuovi pacchetti di aiuto, dagli Usa al Giappone

di Redazione

Solo fino a un mese fa il mondo sembrava sull’orlo di un’implosione. Titoli apocalittici dei giornali sulla Grecia fallita, l’Italia alle prese con la recessione e un debito insanabile, l’euro una valuta morta. Non si capisce cosa sia successo nel frattempo perché ora va tutto bene: alla Grecia sono state messe delle toppe, l’Italia è avviata ad un piano di risanamento e l’euro è tornato forte a 1,35. Come mai tutto sta apparentemente andando a posto? È successo che le banche centrali, dopo aver immesso liquidità nel sistema per la cifra spaventosa di oltre 7mila miliardi di dollari, si avviano a varare nuovi aiuti.
Lo scorso novembre per paura che la fragilità del sistema finanziario europeo si estendesse, la Fed americana ha offerto un prestito di dollari illimitato, il 21 dicembre la Bce ha prestato a 523 banche 489 miliardi di euro, il 9 febbraio la Bank of England ha rilasciato 50 miliardi di sterline, il 14 febbraio la Bank of Japan ha esteso il suo programma per altri 10mila miliardi di yen (129 miliardi). La conseguenza di questo flusso gigantesco di denaro ad un interesse tra lo 0 e l’1% non ha avuto impatto sull’economia reale ma solo sui mercati finanziari che continuano a salire. In realtà sono numeri illusori: dal 2008 il Dow Jones è rimasto praticamente invariato mentre in termini reali, raffrontato con il prezzo dell’oro, ha perso il 50%; dal 2011 sta guadagnando il 12% mentre in termini reali perde il 13%.
La crisi finanziaria del 2007 non ha insegnato nulla. Le banche centrali continuano ad ampliare la divergenza tra l’economia reale ed i mercati finanziari, distruggendo la remunerazione del risparmio ed alimentando sempre nuove bolle che, come le precedenti, scoppieranno rovinando di nuovo la vita di milioni di persone. Come ha ammesso Bernanke, l’indicatore del successo delle manovre è il valore raggiunto dalle Borse. Sic!


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